La Giornata del malato e lo stimolo “a fare di più” della Chiesa indiana
di Nirmala Carvalho
Il presidente della Commissione episcopale per la salute spiega ad AsiaNews che la Chiesa fa molto, ma può dare molto di più soprattutto alle comunità emarginate. Previste celebrazioni alla “Lourdes d’Oriente” e seminari nazionali su sfide mediche e valori etici.
Bangalore (AsiaNews) – L’impegno della Chiesa indiana a favore dei malati “è concreto e radicato sul territorio”, ma “si può fare ancora molto, soprattutto per le comunità messe ai margini della società, perennemente a rischio”. Lo dice ad AsiaNews mons. Bernard Moras, che guida la Commissione episcopale per la salute, in occasione della prossima Giornata mondiale del malato.
La decisione di celebrare la Giornata l’11 febbraio è stata presa da Giovanni Paolo II, che ha voluto ricordare i malati nel giorno della Vergine di Lourdes, dove venne celebrata la prima edizione. Il tema della Giornata, annunciato da Benedetto XVI il 13 dicembre scorso, è “Cura spirituale e pastorale per gli affetti da malattie incurabili”.
Proprio su questo tema, spiega l’arcivescovo di Bangalore, la Chiesa in India “usa i mezzi che ha a disposizione per alleviare malattia e dolore, sottolineando l’importanza di un approccio integrale ed olistico alla cura. Cerchiamo di curare le malattie del fisico, ma anche le ferite dello spirito. Tuttavia, dato il numero di congregazioni ed istituti religiosi sul territorio, possiamo fare di più”.
La situazione sanitaria indiana “è perennemente a rischio. La maggior parte della popolazione vive in aree rurali, dove non ha accesso alle strutture che permettono un’igiene di base e dove, spesso, i medici non arrivano. Il paradosso è doloroso: cresce la spesa pubblica per la sanità, ma allo stesso tempo aumenta il numero di malati. Come Chiesa, dirigiamo case per anziani, ricoveri per sieropositivi, ospedali e cliniche; eppure, mi addolora sapere che molto altro ancora può e deve essere fatto per i malati poveri ed emarginati”.
Come presidente della Commissione salute, mons. Moras sottolinea come “nonostante i progressi tecnici e l’aumento dell’impegno cattolico in campo medico, è ancora inadeguato l’impatto con la sanità per i poveri. Nella Giornata mondiale del malato chiederemo a Nostra Signora di Lourdes di infondere alla Chiesa indiana la sua grazie ed i suoi doni, di modo da riuscire a servire i poveri come servizio a Cristo”.
Il p. Xavier, rettore di Nostra Signora della Salute a Velankanni (definita “la Lourdes dell'Oriente”), aggiunge: “Alla vigilia di questa festa, nella grotta dove è apparsa la Nostra Signora, celebreremo un’eucarestia solenne. Da qui, i fedeli partiranno per una fiaccolata fino al Santuario, distante diversi chilometri. E’ un modo per dimostrare la propria fede, cui sono invitati anche i fedeli di altre religioni”.
Il santuario, aggiunge, “è stato testimone della devastazione dello tsunami, ma è riuscito a resistere. Nella nostra società, è il decadimento della morale che colpisce di più la popolazione. Pregheremo affinché Dio curi i nostri mali, fisici e spirituali”.
Per le celebrazioni della Giornata è impegnata anche la Commissione episcopale per la dottrina. Il suo presidente, mons. Thomas Dabre, racconta: “Insieme alla Commissione salute abbiamo organizzato una conferenza nazionale per il personale medico e sanitario. Illustreremo ai partecipanti le sfide che presenta la comprensione del malato, oltre che la sua malattia”.
Per il presule, “i fondamentali valori morali della vita umana sono i veri temi principali del nostro incontro. Sarà d’aiuto per coloro che sono attivamente coinvolti in tutte le strutture sanitarie. Capiranno che la base del loro operato affonda le radici nella dignità umana, la solidarietà, la giustizia, la cura e la compassione”.
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