02/09/2011, 00.00
RUSSIA – MYANMAR
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La Gazprom russa va alla conquista del Myanmar

Rappresentanti del colosso energetico russo in visita a Naypyidaw. La compagnia di Stato in cerca di nuovi alleati a Est per diversificare il suo business troppo dipendente dal mercato europeo.
Mosca (AsiaNews) – Con l’intento di diversificare il suo business troppo dipendente dalle vendite di gas al sempre più ostile mercato europeo, il gigante russo dell’energia  Gazprom va in esplorazione in Myanmar. È quanto si apprende dal giornale International Oil Daily, rilanciato dal sito Democratic Voice of Burma, secondo il quale rappresentanti del colosso statale russo si sono recati nella capitale birmana Naypyidaw per alcuni colloqui con le autorità locali.

La Russia possiede le più vaste riserve provate di gas al mondo che garantiscono a Gazprom il primato di maggiore estrattore di gas naturale a livello internazionale e più grande compagnia del Paese. Gli utili netti per il primo trimestre 2011 hanno raggiunto la cifra record di 468 miliardi di rubli (16,3 miliardi di dollari), in aumento del 44% rispetto al periodo di un anno prima e ben al di sopra delle attese degli analisti. A giocare a favore dei russi, i maggiori volumi di spedizione per supplire l’interruzione di forniture dalla Libia e l'incremento dei prezzi sia nell’Unione europea, che a livello domestico. Ma le risorse russe, gas e anche petrolio, possono essere acquistate solo dagli europei, dato che le “pipeline” vanno quasi tutte dalla Federazione verso l’Europa. Così, davanti al progetto della Commissione europea di avviare una politica energetica Ue più indipendente da Mosca, il monopolista russo sta cercando alleati nelle singole compagnie, a cui sono stati concessi sconti in cambio di contratti a lungo termine (come con la tedesca RWE) o in nuovi mercati a Est, puntando soprattutto alla crescente domanda energetica cinese che si prevede supererà quella europea nel 2030. Al momento Pechino acquista gas sia dai suoi vicini in Asia centrale che appunto dal Myanmar.

I rappresentanti recatisi a Naypyidaw erano del ramo internazionale dell’upstream di Gazprom, la Gazprom EP International, registrata in Olanda paese membro Ue – come fa notare Democratic Voice of Burma – e quindi aderente alle sanzioni Ue imposte alla giunta militare.

L’interesse per uno sbarco dei russi nella ex Birmania è bilaterale: i russi entrerebbero in un nuovo e promettente mercato; il governo birmano potrebbe accedere al know-how della compagnia, che condurrà con i propri equipaggiamenti indagini geologiche ed esplorazioni altrimenti impossibili da avviare con l’insufficiente strumentazione locale. (N.A.)
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