La Croce rossa indonesiana non cede agli islamisti: la croce resta nel logo
Jakarta (AsiaNews) - La Croce rossa indonesiana, meglio nota con l'acronimo Pmi (Palang Merah Indonesia), conferma oggi che "non cambierà mai" il tradizionale logo che l'ha resa celebre e la caratterizza in tutto il mondo. La precisazione è una risposta diretta alle critiche rivolte nei giorni scorsi da politici del Pks - Prosperous Justice Party, movimento filo-islamico - secondo cui il simbolo composto da una "croce" rossa è "fin troppo facilmente identificabile" alla tradizione e alla cultura cristiana. Una critica rispedita al mittente dai volontari, dagli attivisti che considerano una modifica alla stregua di una "resa agli estremisti" e giudicata "priva di fondamento" anche dall'ex vice-capo di Stato Jusuf Kalla.
Muhammad Muas, membro esecutivo della Croce rossa indonesiana, ricorda che il logo è frutto di un "accordo" sancito dalla Convenzione di Ginevra del 1949, che Jakarta "ha ratificato in via ufficiale ed è tenuta a rispettare". Il simbolo non ha legami con il cristianesimo, aggiunge, e "l'Indonesia è uno Stato laico, non confessionale basato sui dettami dell'islam". "L'Indonesia - conclude l'esponente Pmi - è una nazione che rispetta il pluralismo".
In passato, a difesa della Croce rossa indonesiana era sceso in campo anche l'ex vice-presidente Jusuf Kalla, numero due del Paese durante il primo mandato di Susilo Bambang Yudhoyono, musulmano devoto e originario delle Sulawesi del Sud. "Dobbiamo essere orgogliosi" aveva sottolineato l'ex leader del partito nazionalista Golkar, durante i festeggiamenti per i 66 anni della Pmi nel settembre 2011, sottolineando che essa opera in aree di guerra e in condizioni difficili guadagnando "stima e rispetto" di tutti.
Alla base della proposta di modifica del logo della Pmi, spiegano alcuni esperti, vi sarebbe il proposito avanzato da alcuni leader del Pks di legare la Croce rossa indonesiana alla Mezzaluna rossa musulmana.