La Corte suprema rinvia a giudizio il premier Gilani per oltraggio
Il Primo Ministro è accusato di oltraggio ai giudici, per non aver riaperto un fascicolo di indagine per corruzione a carico del presidente Zardari. Egli rischia il carcere e l'interdizione dai pubblici uffici, se riconosciuto colpevole. Ma il vero pericolo è lo scontro fra i poteri dello Stato, esecutivo, giudiziario e militare.
Islamabad (AsiaNews) - La Corte suprema del Pakistan ha rinviato a giudizio il premier Yousuf Raza Gilani con l'imputazione di "oltraggio ai giudici". Il Primo Ministro è accusato di non aver riaperto il fascicolo di indagine a carico del presidente Asif Ali Zardari, indagato per un presunto giro di corruzione e sospettato di aver utilizzato filiali della Swiss Bank per riciclare denaro sporco. Gilani, che rischia il carcere e l'interdizione da tutti i pubblici uffici se riconosciuto colpevole, si è detto innocente sottolineando che il presidente - il quale in precedenza ha respinto ogni addebito - gode dell'immunità in quanto capo di Stato.
In un'aula di tribunale blindata, con uno spiegamento massiccio di uomini e mezzi fra cui elicotteri e carri, si è tenuta questa mattina la prima udienza a carico del premier. Per i giudici della Corte suprema Gilani ha ignorato un'ingiunzione in base alla quale egli avrebbe dovuto scrivere alle autorità della banca e chiedere loro di riaprire il caso a carico di Zardari. Tuttavia, il Primo Ministro potrebbe difendersi spiegando di aver ricevuto indicazioni secondo cui sarebbe incostituzionale continuare la causa. Al contempo, il presidente spiega che le accuse contro di lui sono "di natura politica".
Al centro della controversia il provvedimento di amnistia del 2007 per reati di corruzione, una norma ricusata dal tribunale nel 2009 ma che il governo ha voluto mantenere in vigore, ignorando la disposizione della magistratura. Sul presidente Zardari – secondo alcuni analisti il “vero problema” attorno al quale ruota la crisi – e altri politici di primo piano gravano pesanti sospetti di corruzione. Nelle scorse settimane esperti di AsiaNews hanno sottolineato che attorno a questo caso ruota la sopravvivenza politica dell'esecutivo e la possibilità di portare a termine "per la prima volta" un mandato quinquennale. In caso contrario, aggiungono le fonti, è probabile che il Paese sarà " dilaniato da lotte interne e scontri sanguinari", che vedranno opposti i diversi poteri dello Stato: esecutivo, giudiziario e militare.
Il tribunale ha aggiornato il processo contro Gilani al prossimo 28 febbraio, ma il premier non dovrà comparire davanti ai giudici. Per i critici il procedimento rischia di trasformarsi in una "saga" e anche in caso di condanna, potrà godere del diritto di appello. Analisti ed esperti di politica internazionale aggiungono che questo processo potrebbe assorbire tempo e risorse preziose al Primo Ministro, distraendolo dal compito di risolvere i veri problemi del Pakistan: sviluppo, istruzione, rispetto dei diritti umani, lotta al fondamentalismo religioso islamico.
In un'aula di tribunale blindata, con uno spiegamento massiccio di uomini e mezzi fra cui elicotteri e carri, si è tenuta questa mattina la prima udienza a carico del premier. Per i giudici della Corte suprema Gilani ha ignorato un'ingiunzione in base alla quale egli avrebbe dovuto scrivere alle autorità della banca e chiedere loro di riaprire il caso a carico di Zardari. Tuttavia, il Primo Ministro potrebbe difendersi spiegando di aver ricevuto indicazioni secondo cui sarebbe incostituzionale continuare la causa. Al contempo, il presidente spiega che le accuse contro di lui sono "di natura politica".
Al centro della controversia il provvedimento di amnistia del 2007 per reati di corruzione, una norma ricusata dal tribunale nel 2009 ma che il governo ha voluto mantenere in vigore, ignorando la disposizione della magistratura. Sul presidente Zardari – secondo alcuni analisti il “vero problema” attorno al quale ruota la crisi – e altri politici di primo piano gravano pesanti sospetti di corruzione. Nelle scorse settimane esperti di AsiaNews hanno sottolineato che attorno a questo caso ruota la sopravvivenza politica dell'esecutivo e la possibilità di portare a termine "per la prima volta" un mandato quinquennale. In caso contrario, aggiungono le fonti, è probabile che il Paese sarà " dilaniato da lotte interne e scontri sanguinari", che vedranno opposti i diversi poteri dello Stato: esecutivo, giudiziario e militare.
Il tribunale ha aggiornato il processo contro Gilani al prossimo 28 febbraio, ma il premier non dovrà comparire davanti ai giudici. Per i critici il procedimento rischia di trasformarsi in una "saga" e anche in caso di condanna, potrà godere del diritto di appello. Analisti ed esperti di politica internazionale aggiungono che questo processo potrebbe assorbire tempo e risorse preziose al Primo Ministro, distraendolo dal compito di risolvere i veri problemi del Pakistan: sviluppo, istruzione, rispetto dei diritti umani, lotta al fondamentalismo religioso islamico.
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