La Corte suprema aggiorna il processo di appello degli attivisti cattolici
Hanoi (AsiaNews/EdA) - La Corte suprema vietnamita ha aggiornato - senza specificare la data - il processo di appello contro 14 giovani cristiani (cattolici e protestanti) di Vinh e Thanh Hoa, condannati nel gennaio scorso in primo grado a pene variabili con l'accusa di "terrorismo". Il provvedimento risale al 18 aprile scorso, quando il giudice ha firmato una lettera ufficiale in cui si annuncia la cancellazione dell'udienza prevista per oggi, mercoledì 24 aprile. Secondo alcuni la decisione sarebbe legata alle recenti prese di posizione del governo statunitense e del parlamento europeo, che hanno criticato in modo aperto il governo di Hanoi per violazioni ai diritti umani e alla libertà religiosa.
Nel documento che annuncia lo slittamento dell'udienza, la Corte giustifica la cancellazione dell'udienza del 24 aprile con l'impossibilità per alcuni membri della giuria di partecipare. Essi sarebbero infatti stati trattenuti da altre parti, per "motivi di ordine familiare".
Al contempo, i giudici non indicano una data futura in cui dovrebbe iniziare il processo di appello. Uno degli avvocati della difesa, che ha sollecitato il tribunale in tal senso, si è sentito rispondere che "ad oggi non vi sono date in calendario".
Per i parenti degli imputati, queste mosse sono orchestrate dal governo che vuole "prolungare" il clima di incertezza che circonda il procedimento penale per "scoraggiare" eventuali oppositori, mentre in tutto il Paese si sono tenute raccolte firme per il loro rilascio. Anche vescovi, sacerdoti, semplici fedeli e monaci buddisti hanno organizzato momenti di preghiera a sostegno di un gruppo che diventa sempre più "icona" della lotta "non violenta" contro la corruzione.
Gli attivisti sono finiti alla sbarra perché parte di un movimento detto Viet Tan, gruppo non violento che sostiene la democrazia e ha legami con gli Stati Uniti, che le autorità considerano "terrorista". Secondo testimoni del processo, gli imputati hanno spesso rivendicato che il loro impegno era solo un aiuto alla popolazione, diffondendo notizie e critiche sulla corruzione dei membri del partito e del governo e sul loro arricchirsi durante la crisi finanziaria.
Nelle scorse settimane essi avrebbero subito abusi e maltrattamenti in prigione; le autorità carcerarie avrebbero inoltre negato medicine e altri generi di prima necessità, oltre che vietare la lettura di giornali, libri e materiale per la scrittura.
Esperti di politica vietnamita aggiungono inoltre che le recenti prese di posizione dell'Unione europea e del Dipartimento di Stato americano potrebbero aver esercitato un'influenza sulle scelte di Hanoi. Il 18 aprile scorso Bruxelles ha adottato una risoluzione in cui si sottolineano le numerose violazioni ai diritti umani e alla libertà religiosa in Vietnam. In modo analogo, sia Washington che l'organizzazione internazionale Human Rights Watch (Hrw), con sede a New York, hanno parlato di "peggioramento" nella repressione e nelle violazioni ai diritti fondamentali.
23/09/2016 08:38