La Corte d’Appello ha deciso: meno libertà per le scuole di Hong Kong
Nonostante una lunga e dura battaglia, guidata dal cardinal Zen, i giudici del Territorio hanno rigettato l’appello contro l’Ordinanza che impone alla scuole anche private e religiose di istituire degli organi di controllo per avere i fondi dello Stato. Il vescovo Tong: “Abbiamo un impegno, lo rispetteremo”.
Hong Kong (AsiaNews) - La Corte d’Appello del Territorio ha rigettato l’appello presentato dalla diocesi contro l’emendamento all’Ordinanza sull’istruzione del 2004 – approvato nel luglio di quell’anno dal Consiglio legislativo del Territorio – che richiede alle scuole in parte sostenute dal governo di introdurre degli organi di controllo per la gestione amministrativa e didattica.
Il vescovo di Hong Kong, mons. John Tong-hon, ha dichiarato: “Abbiamo una responsabilità sociale nel campo dell’educazione, e continueremo a portarla avanti”. Cecilia Wong Yeuk-han, portavoce della diocesi, ha aggiunto: “Le scuole sono parte integrante della nostra missione e tutti devono obbedire alla legge. Continueremo a portarle avanti e a curare gli interessi degli studenti fino a che potremo farlo in accordo con il nostro credo”.
La legge offre diversi benefici per le scuole che mettono in atto l’Ordinanza: assicurazione al personale della scuola; elasticità nella gestione dei fondi; un bonus annuale di 350mila dollari di Hong Kong (circa 35mila euro). Secondo il testo, però, ogni scuola sostenuta economicamente dal governo deve approntare un comitato organizzativo interno (School Management Committee, Smc) con valore legale separato da quello delle istituzioni educative (Sponsoring bodies, Sb).
Il governo sostiene che questo permette una maggiore trasparenza e una migliore democrazia; ma per i gestori scolastici è solo una manovra per intromettersi nella gestione interna e minare la libertà di educazione. Le scuole che rifiutano di applicare il decreto, inoltre, vengono penalizzate: diversi rappresentanti cristiani lo hanno definito “discriminante e razzista”.
Secondo il giudice Kemal Bokhary “il ricorso è fallito perché la legislazione in oggetto non impedisce alle organizzazioni religiose di nominare all’interno delle loro scuole una maggioranza di persone a loro vicine”. Le 357 scuole - su circa 850 totali - che fino adesso avevano ignorato il testo dovranno cedere.
Timothy Ha Wing-ho, consigliere per l’educazione dell’arcivescovo anglicano, ha confermato che le 80 scuole della denominazione cederanno: “Ma siamo molto arrabbiati. Con questa legge potrà entrare nel Consiglio di amministrazione anche chi non crede ai nostri valori”. Il cardinal Zen, vescovo emerito del Territorio, ha più volte dichiarato che le scuole rette dalla diocesi “non possono vivere senza libertà: se la legge non cambia, siamo pronti a chiuderle”.
Il vescovo di Hong Kong, mons. John Tong-hon, ha dichiarato: “Abbiamo una responsabilità sociale nel campo dell’educazione, e continueremo a portarla avanti”. Cecilia Wong Yeuk-han, portavoce della diocesi, ha aggiunto: “Le scuole sono parte integrante della nostra missione e tutti devono obbedire alla legge. Continueremo a portarle avanti e a curare gli interessi degli studenti fino a che potremo farlo in accordo con il nostro credo”.
La legge offre diversi benefici per le scuole che mettono in atto l’Ordinanza: assicurazione al personale della scuola; elasticità nella gestione dei fondi; un bonus annuale di 350mila dollari di Hong Kong (circa 35mila euro). Secondo il testo, però, ogni scuola sostenuta economicamente dal governo deve approntare un comitato organizzativo interno (School Management Committee, Smc) con valore legale separato da quello delle istituzioni educative (Sponsoring bodies, Sb).
Il governo sostiene che questo permette una maggiore trasparenza e una migliore democrazia; ma per i gestori scolastici è solo una manovra per intromettersi nella gestione interna e minare la libertà di educazione. Le scuole che rifiutano di applicare il decreto, inoltre, vengono penalizzate: diversi rappresentanti cristiani lo hanno definito “discriminante e razzista”.
Secondo il giudice Kemal Bokhary “il ricorso è fallito perché la legislazione in oggetto non impedisce alle organizzazioni religiose di nominare all’interno delle loro scuole una maggioranza di persone a loro vicine”. Le 357 scuole - su circa 850 totali - che fino adesso avevano ignorato il testo dovranno cedere.
Timothy Ha Wing-ho, consigliere per l’educazione dell’arcivescovo anglicano, ha confermato che le 80 scuole della denominazione cederanno: “Ma siamo molto arrabbiati. Con questa legge potrà entrare nel Consiglio di amministrazione anche chi non crede ai nostri valori”. Il cardinal Zen, vescovo emerito del Territorio, ha più volte dichiarato che le scuole rette dalla diocesi “non possono vivere senza libertà: se la legge non cambia, siamo pronti a chiuderle”.
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