La Corte dell'Aja definisce "illegale" il Muro
Ma ogni mossa politica spetta all'Onu. La Corte difende anche l'accesso ai Luoghi santi. L'opinione di p. David Jaeger, francescano di Terrasanta.
Gerusalemme (AsiaNews) La Corte Internazionale dell'Aja, rivendicando il suo potere di esprimersi sulla legalità o meno del Muro che divide Israele dai territori occupati, ha cominciato oggi alle 15 la lettura del suo giudizio. Il Muro, la cui costruzione è iniziata nell'aprile 2002, è visto da Israele come una barriera difensiva. Personalità israeliane sottolineano che il controllo permesso dal Muro in questi mesi ha ridotto già del 90% gli attacchi terroristi. I palestinesi denunciano invece che il Muro è costruito su larga parte di territorio occupato; inoltre, essi mostrano che il Muro rende difficile e spesso impossibile la vita dei palestinesi.
La decisione della Corte è stata letta dal presidente, il giudice cinese Shi Jiuyong. La lettura ha richiesto oltre 2 ore.
Intanto, erano circolate anticipazioni anche da fonti della Commissione europea, oltre che israeliane e palestinesi. Secondo queste informazioni, la Corte avrebbe definito come "contrario al diritto internazionale" la barriera e avrebbe domandato il suo smantellamento. Ciò che è proprio avvenuto. I palestinesi ai quali è stata requisita terra per costruire il Muro, dovrebbero ricevere un compenso per i danni subiti. In proposito, il ministro della giustizia israeliano Yosef Lapid ha detto che lo Stato ebraico non applicherà le indicazioni contenute nel parere della Corte, mentre i palestinesi parlano di "vittoria storica".
Per comprendere l'impatto che avrà la decisione della Corte dell'Aja, AsiaNews ha chiesto un parere a p. David Jaeger, francescano di Terrasanta, noto giurista ed esperto di questioni medio-orientali, anche perché la Corte ha affermato che Israele "deve garantire il libero accesso ai luoghi santi che sono sotto il suo controllo".
Che peso avrà questa decisione della Corte dell'Aja?
C'è un malinteso comune nel comprendere il lavoro della Corte: non si tratta di un processo o un verdetto, ma solo di un parere giuridico, che l'Assemblea generale dell'Onu ha chiesto alla Corte, in accordo con l'assetto statutario delle Nazioni Unite e della Corte internazionale. La corte ha espresso il suo parere e lo mette a disposizione dell'Onu. In tal modo, la questione giuridica è conclusa e si apre la fase politica, che ritorna nelle mani dell'Onu.
Che impatto potranno avere le indicazioni della Corte?
Dipende da quel che farà o non farà l'Onu. Agire, non agire, come agire dipende dall'Onu.
Un fatto importante da segnalare è questo: la decisione della Corte Internazionale è stata preceduta dalla decisione dell'Alta Corte di Giustizia di Israele. Alcuni giorni fa essa ha ordinato al governo di modificare notevolmente il tracciato del Muro per alleggerire l'impatto sulla vita della comunità civile nel territorio occupato della Cisgiordania.
Cosa cambia con questa decisione della Corte dell'Aja?
Non c'è una controversia fra Israele e Palestina sottoposta alla decisione della Corte. La sentenza non si dirige a Israele o Palestina: è indirizzata all'Onu. Una volta che l'Onu prende delle decisioni se sceglie di farlo Israele potrà rispondere all'Onu. Ma le Nazioni Unite potrebbero anche non fare nulla. E anche se l'Onu propone una risoluzione, è possibile che non domandi a Israele tutto quanto è esplicato nel parere della corte.
E personalmente cosa pensa?
Il parere della Corte era previsto e non è una sorpresa. Ciò che vorrei vedere in particolare è la parte relativa ai Luoghi santi. Il tracciato del Muro, come si sa, ha un impatto pesante soprattutto nella zona del Monte degli Ulivi. Il percorso attuale taglia Betania in particolare il santuario di s. Lazzaro - fuori da Gerusalemme, escludendolo dai percorsi tradizionali dei pellegrinaggi. Questo diventa un problema per la Chiesa cattolica. Molti membri del Congresso statunitense, noti per il loro abituale appoggio a Israele, sono già intervenuti molte volte per chiedere a Israele di rivedere il tracciato del Muro in quella zona. Da parte mia, qualunque destino abbia l'opinione della Corte e le decisioni dell'Onu, formulo l'augurio che Israele ripensi il tracciato del Muro sul Monte degli Ulivi. In tal modo si tengono insieme attorno a Gerusalemme i santuari e i luoghi santi.
26/05/2004