27/09/2005, 00.00
COREA DEL SUD – COREA DEL NORD
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La Corea del Sud discute se rimpatriare nel Nord 29 ex prigionieri di guerra

di Theresa Kim Hwa-young

La questione ha fini umanitari ma c'è anche il desiderio di migliori  rapporti con Pyongyang. Seoul vorrebbe notizie dei suoi soldati detenuti al Nord e miglior esito per i colloqui sul nucleare. Per la prima volta dopo anni diminuisce il numero di chi fugge al Sud.

Seoul (AsiaNews) – Seoul valuta se rimandare a casa, nella Corea del Nord, 29 ex prigionieri comunisti. Lo ha annunciato il 22 settembre Chung Dong-young, ministro per l'Unificazione, durante una riunione del Parlamento. Si tratta di soldati o agenti nord coreani che hanno trascorso un lungo periodo in prigione perché si sono rifiutati di abiurare il comunismo. "Il governo – ha detto Chung al comitato dell'Assemblea nazionale per l'unificazione, gli affari esteri e il commercio – vuole considerare in una visuale umanitaria se rimpatriare chi desidera tornare nel nord".

Durante o dopo la guerra coreana del 1950-53 sono finiti in carcere centinaia di soldati e spie nord coreane. E' stato liberato chi ha lasciato il comunismo, gli altri sono rimasti detenuti anche fino al 1999, alcuni, quindi, per 43 anni. Gli ex prigionieri sono ora liberi e 63 di loro sono stati rimpatriati a Pyongyang – dove hanno ricevuto un benvenuto da eroi - nel settembre 2000, dopo lo storico summit tra le Coree nel precedente giugno.

Proprio queste accoglienze, ha spiegato Chung, potrebbero aver spinto i 29 ex prigionieri nord coreani, che dapprima desideravano restare nel sud, a cambiare idea. Chung ha, comunque, ribadito che il governo continua a chiedere la restituzione dei sud coreani prigionieri di guerra o comunque portati nel Nord.

Secondo i dati ufficiali del governo, durante la guerra coreana furono presi prigionieri più di 84 mila sud coreani, mentre altri 485, soprattutto pescatori, sono stati portati al Nord dopo la fine della guerra. Tuttora il governo, ha detto il ministro, conosce dove siano solo circa 100 prigionieri di guerra. Pyongyang ha sempre negato che alcun sud coreani siano trattenuto contro la sua volontà.

Chung ha anche indicato la possibilità di invitare un importante leader della Corea del Nord al forum della Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC) che avrà luogo a Pusan in novembre.

"Se i colloqui tra le sei parti [sul nucleare] proseguono senza problemi – ha detto - si potrà chiedere agli altri Paesi [tra cui gli Stati Uniti] di far partecipare la Corea del Nord con un osservatore". Ha poi precisato di sperare nella presenza di Kim Young-nam, presidente del parlamento nord coreano.

Il presidente sud coreano Roh Moo-hyun , sollecitato da alcuni parlamentari a invitare il leader del nord Kim Jong-il oppure ad andare nella Corea del Nord per il secondo summit tra le  Coree, ha pure risposto di attendere l'esito dei colloqui sul programma nucleare di Pyongyang.

Nella prima metà del 2005 sono fuggiti al Sud 567 nord coreani; erano stati 760 nello stesso periodo del 2004. Lo ha rivelato il 21 settembre il ministero per l'Unificazione. Secondo i media questa diminuzione può dipendere dalla migliore situazione alimentare nell'affamato nord , come pure da un maggior controllo sui confini. Dal 1998 il numero dei fuggitivi era sempre aumentato ed era passato da 133 a 583 nel 2001 e a 1894 nel 2004.

Peraltro, sempre secondo il ministero, la situazione dei nord coreani espatriati a Sud non è facile. La maggior parte trova solo lavoro in fabbrica come operaio. Quest'anno dei 321 espatriati che hanno trovato lavoro, ben 173 (il 53,8%) sono  entrati nell'industria manifatturiera. Altri 76 (23,7%) hanno trovato lavoro nell'industria per la salute e l'igiene.

Inoltre questi espatriati compiono frequenti crimini di natura violenta. Negli ultimi 5 anni hanno commesso 426 crimini, di cui 343 con uso di violenza; in 27 casi il colpevole è finito in prigione.

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