La Cina è prima al mondo per l'inquinamento dell’aria, superati gli Usa
Un’agenzia statale olandese indica che nel 2006 Pechino ha emesso molta più anidride carbonica degli Usa. La Cina contesta il dato e dice che non limiterà la sua crescita economica. Esperti: al di là delle classifiche, l’accordo per la limitazione dei gas serra deve comprendere tutti i Paesi.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Nel 2006 la Cina è divenuta prima nella classifica dei Paesi che inquinano l'aria, suprando gli Stati Uniri. Nel corso dell'anno ha emesso 6,2 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, superando così gli Stati Uniti dell’8%. Ma Pechino contesta il dato e si rifiuta di adottare contromisure.
L’Agenzia olandese per la valutazione ambientale, che il 19 giugno ha diramato la stima, si basa sui dati del consumo di “carburanti fossili” (come petrolio e carbone) e di energia, forniti dalla Agenzia internazionale per l’energia e dalla British Petroleum, e sulla produzione di cemento secondo i dati della Us Geological Survey.
Immediata dura reazione di Pechino. Lu Xuedu del ministero cinese per la Scienza e la tecnologia ha posto in dubbio la credibilità dello studio, che ha definito “privo di senso”. Ha insistito che “non abbiamo ancora i dati per il 2006, che saranno disponibili solo alla fine del 2007, e non so come siano stati ottenuti questi dati”.
Ma Jos Olivier, esperto dell’agenzia statale olandese, osserva che il problema non è se la Cina emetta più anidride carbonica degli Stati Uniti, ma che Pechino, “come gli altri Paesi in via di sviluppo, deve essere inserita in qualsiasi accordo che voglia prevedere la diminuzione dell’emissione dei gas serra”. Osserva che la stessa Cina questo giugno ha riconosciuto di avere emesso 5,6 miliardi di tonnellate di CO2 nel 2004 e che le sue emissioni nel 2005 erano appena il 2% inferiori agli Usa.
Invece Pechino, come l’India e gli altri Paesi in via di sviluppo, rifiuta di adottare alcuna misura per contenere l’emissione di gas serra, insistendo che non può sacrificare la sua crescita economica e che il dato deve essere considerato non in modo assoluto ma in relazione al numero degli abitanti di ogni Stato.
Olivier insiste che “tutti sanno che l’emissione di anidride carbonica non può essere ridotta in una notte, per cui un accordo è necessario per ridurre l’emissione dei gas serra” in un congruo periodo di tempo”.
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