12/09/2013, 00.00
NEPAL - CINA
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La Cina vuole eliminare l'Accademia militare del Nepal: troppi stranieri

di Kalpit Parajuli
La Scuola di Mustang sorge al confine con il Tibet, in una delle aree più sensibili al mondo. Pechino teme la presenza di ufficiali e soldati che provengono da diversi Paesi, e ricorda che proprio da lì è partito l'aiuto della Cia alla rivoluzione Khampa. L'esecutivo di Kathmandu pronto a obbedire, l'esercito propone una soluzione alternativa.

Kathmandu (AsiaNews) - Il governo cinese ha chiesto a quello nepalese di fermare le operazioni della Scuola militare del distretto di Mustang, dove al momento si esercitano nell'arte della guerra militari provenienti da sette nazioni. Pechino teme la presenza di soldati stranieri così vicini al proprio confine - Mustang costeggia il Tibet - e sottolinea come più volte proprio da quell'area siano partite operazioni anti-cinesi. Per il momento Kathmandu sembra propensa ad ascoltare le richieste, dato che la Cina è il partner economico e commerciale più importante del Paese.

Dal 1990 l'esercito nepalese ospita nella scuola ufficiali e militari semplici: qui si preparano esercitazioni in zone a rischio, dato che l'area è montuosa ed è ritenuta perfetta per i "giochi di guerra" che riguardano combattimenti contro i guerriglieri. Oltre ai nepalesi ci sono cittadini americani, indiani ed europei. In passato, la rivolta dei Khampa (indipendentisti affiliati al Tibet e provenienti proprio dal Kham) contro le autorità cinesi ha ricevuto un grande aiuto da questa regione: la Cia - l'Agenzia americana che opera fuori di confini nazionali - avrebbe sostenuto la rivoluzione con base proprio a Mustang.

Dopo le richieste di Pechino è arrivato il sostegno di Kathmandu, che ha chiesto al proprio esercito di smobilitare la scuola. Atma Ram Pandey, ministro della Difesa, dice: "L'ingresso di soldati stranieri in aree così sensibili potrebbe non essere appropriato per la sicurezza del nostro Paese". Tuttavia, la nuova Costituzione nepalese consentirebbe in teoria agli ufficiali di rifiutare la richiesta dell'esecutivo.

Jagadis Chandra Pokharel, portavoce delle Forze Armate, ha risposto: "Siamo consapevoli delle preoccupazioni del governo e dell'importanza strategica dei centri di addestramento in quest'area. Per ora abbiamo chiesto che non vengano fermate le operazioni: piuttosto, riteniamo più utile attivare un servizio di sorveglianza per gli stranieri, in modo da essere sicuri che nulla venga usato per minare la sicurezza del Nepal". O forse della Cina.

 

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