"La Cina vuole diventare una superpotenza militare nello spazio"
Lo afferma un alto ufficiale dell’esercito cinese, che conferma l'inevitabilità della corsa alle armi spaziali. Secondo funzionari del governo Usa, se cresce una competizione militare gli Stati Uniti potrebbero riconsiderare i rapporti commerciali con Pechino.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – “Ci saranno sempre più armi spaziali per decenni”. Nonostante la generale volontà di un uso pacifico dello spazio esterno, Yao Yunzhu, colonnello anziano del cinese Esercito per la liberazione del popolo, ritiene inevitabile una proliferazione degli armamenti nello spazio.
Yao, capo dell’Ufficio per l’Asia e il Pacifico dell’Accademia delle scienze militari di Pechino, ha osservato durante un cena al World Economic Forum di Davos (Svizzera), che la Cina “desidera davvero che gli uomini possano sfruttare in modo pacifico lo spazio”. Ma – aggiunge, riferendosi agli Stati Uniti – se finora c’è stata “una superpotenza spaziale, presto non sarà la sola, e la Cina non sarà l’unica” [potenza spaziale].
Il test del 12 gennaio, quando un missile cinese ha abbattuto un satellite in orbita a circa 800 km., ha scatenato forti critiche, specie da Stati Uniti e Giappone, per il timore che ci sia una corsa agli armamenti spaziali. Nel test è stata vista la dimostrazione che Pechino può colpire i satelliti spia essenziali per l’efficienza delle forze militari degli Stati Uniti. La Cina ha confermato il test solo il 23 gennaio ma non ha fornito dettagli né spiegazioni.
Ma ambienti governativi Usa dicono che un’escalation militare avrebbe conseguenze anche sul commercio. Cristopher Padilla, assistente del segretario Usa al Commercio in visita a Pechino, commenta che il missile cinese ha confermato i peggiori timori di Washington e che ora “nulla potrà mitigare la preoccupazione internazionale sulla crescente potenza militare della Cina”: “Anche se operiamo per favorire uno sviluppo pacifico e il commercio civile della Cina, dobbiamo anche proteggere noi stessi in questo rapporto”.
In campo commerciale, il deficit degli Stati Uniti negli scambi si prevede che nel 2006 sia cresciuto fino a 230-240 miliardi di dollari. Da tempo Washington chiede a Pechino di rivalutare lo yuan, proteggere la proprietà intellettuale e consentire il pieno accesso di merci e servizi Usa nel mercato cinese, misure che consentirebbero di ridurre il disavanzo. La Cina non ha mai opposto rifiuti diretti ma ha sempre procrastinato l’adozione di simili misure.
Ora la nuova preoccupazione militare potrebbe far diventare più urgenti anche le questioni commerciali. Gli Stati Uniti vedono con crescente preoccupazione il programma cinese di costruire o acquistare navi all’avanguardia, missili e altre armi in grado di competere con le forza Usa. (PB)
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