La Cina sempre più isolata; maggiori rapporti fra Hanoi e New Delhi
Hanoi (AsiaNews/Agenzie) – Al vertice Asean per la cooperazione militare cresce la spinta internazionale per risolvere in modo pacifico e con il dialogo le controversie sui confini territoriali marittimi, in disaccordo con la posizione della Cina. Intanto l’India si impegna ad addestrare i militari vietnamiti “destinati a missioni di pace” e il Vietnam fornirà riparo, riparazioni e carburante nei suoi porti alle navi indiane.
L’accordo è stato raggiunto il 13 ottobre tra il ministro vietnamita della Difesa Phung Quang Thanh e quello indiano A.K. Antony (insieme nella foto) durante il vertice dell’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (Vietnam, Filippine, Singapore, Thailandia, Laos, Cambogia, Brunei, Myanmar, Indonesia, Malaysia), allargato a Cina, Russia, Stati Uniti, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda, India, Giappone. New Delhi ha interesse a rinsaldare i suoi rapporti con i Paesi della sudest asiatico per avere una maggior presenza nella regione, anche in risposta alla costante presenza della marina cinese nell’Oceano Indiano, pure con i recenti accordi di Pechino con il Pakistan.
Esperti commentano che questo accordo è anche conseguenza dell’aggressiva politica navale cinese, che da mesi insegue e sequestra i pescherecci vietnamiti che si avventurano nelle zone che entrambi i Paesi rivendicano, come le Isole Paracels e le Spratly. Le isole sono pure rivendicate da Malaysia, Filippine, Taiwan e Brunei.
In risposta il Vietnam, presidente Asean di turno, ha sollevato nei lavori il problema di cercare una soluzione concordata e tramite il dialogo e di rimettere simili questioni a un tribunale internazionale, pur senza mai menzionare la Cina. Posizione sostenuta dagli Stati Uniti, che di recente hanno instaurato crescenti rapporti militari con Hanoi, anche svolgendo esercitazioni militari marittime congiunte. Nel meeting Asean il Segretario Usa alla Difesa Robert Gates ha insistito, nei colloqui a porte-chiuse, che gli Usa hanno “un interesse nazionale” nel proteggere la libertà di navigazione, di commercio e il diritto internazionale e sono pronti a sostenere accordi multilaterali in materia.
Anche Giappone, Indonesia, Malaysia, Australia e Nuova Zelanda hanno sollevato preoccupazioni analoghe, con riguardo al Mar Cinese Meridionale.
La Cina nel convegno Asean non ha risposto in modo diretto alle sollecitazioni, ma il ministro alla Difesa Liang Guanglie ha ribadito la volontà di risolvere simili questioni tramite “negoziati bilaterali” e il rifiuto di sottomettere a terzi la decisione di questioni riguardanti la sicurezza e la sovranità nazionale.
Nel passato gli incontri dell’Asean hanno privilegiato le dichiarazioni rispetto alle azioni decise. Esperti attendono ora di vedere se questo nuovo gruppo “Asean + 8” (come è stato chiamato) porterà a fatti concreti, in materie come la sicurezza marittima, il controterrorismo, i soccorsi nei disastri. Anche se è previsto che i ministi della Difesa si incontrino ogni 3 anni, e i dirigenti statali ogni anno.
Il vertice Asean è stato anche l’occasione per Cina e Giappone di riallacciare contatti, dopo le polemiche di settembre per l’arresto del capitano cinese che aveva cercato di speronare una nave vedetta giapponese presso le contese Isole Diaoyu. Fonti ufficiali hanno confermato che il premier nipponico Naoto Kan e quello cinese Wen Jiabao si incontreranno ad Hanoi a fine ottobre, nel vertice Asean tra capi di Stato e di governo. Fissati anche altri incontri di massimo livello, per riprendere i rapporti interrotti da Pechino dopo l’arresto.