02/05/2007, 00.00
CINA
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La Cina proibisce ufficialmente ogni commercio di organi umani

Pechino è accusata di usare senza consenso organi di condannati a morte e di vittime di incidenti. Ora è prevista la radiazione per i medici che fanno commercio di organi, il carcere per i funzionari pubblici. Esperti: il problema è accertare la provenienza degli organi.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina ha proibito qualsiasi commercio di organi umani. La recente decisione del Consiglio di Stato vuole rispondere all’accusa che funzionari pubblici e medici prelevino senza consenso e vendano gli organi di condannati a morte e di vittime di incidenti stradali.

Ai medici coinvolti in simili traffici sarà revocata la licenza e per cliniche e ospedali sarà sospesa ogni operazione di trapianto per almeno 3 anni. Per i funzionari pubblici ci sarà l’arresto e il licenziamento e per tutti una multa da 8 a 10 volte il valore della “vendita”.

Da tempo la Cina è accusata di prelevare senza consenso gli organi dei condannati a morte. Gli ospedali sono anche stati accusati di utilizzare gli organi delle vittime di incidenti stradali o di pazienti morti, prelevandoli di nascosto e senza il consenso dei familiari. Il governo ha sempre risposto che tutti i prelievi sono di donatori volontari. Ma a novembre ha dovuto ammettere che la gran parte degli organi usati provengono da condannati uccisi e che ci sono stati prelievi non autorizzati dai condannati, accusandone i chirurgi. Esperti commentano che il problema rimane l’esatto accertamento della provenienza degli organi.

E’ un dato di fatto che pazienti da tutto il mondo vengono in Cina per ottenere un trapianto e che il Paese è secondo solo agli Stati Uniti con circa 5mila trapianti ufficiali ogni anno. Fonti ufficiali evidenziano che ogni anno ci sono almeno 1,5 milioni di pazienti che necessitano di trapianti e sono disponibili solo 10mila organi: dato che, peraltro, contrasta con il numero ufficiale dei trapianti compiuti. Su siti web cinesi è stata pubblicizzata la vendita di organi, con indicazione del prezzo (in media: 65mila dollari Usa per un rene, 140/160mila per un cuore).

Già nel 2006 Pechino ha promulgato un Regolamento, in vigore dal 1° luglio, che dispone che i trapianti siano eseguiti solo in ospedali e con medici specializzati e proibisce l'impiego di organi non provenienti da donatori. Ma non ha avuto effettivi risultati, visto anche il nuovo e più grave divieto odierno. Il nuovo divieto non comprende le cornee e il midollo osseo.

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