20/07/2005, 00.00
CINA - USA
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La Cina "non è in grado di attaccare Taiwan"

Lo afferma l'annuale rapporto del Pentagono, che considera la Cina a un crocevia: o integrarsi meglio nel sistema mondiale o cercare un'egemonia locale e mondiale.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina continua a migliorare il suo apparato militare e "nel lungo periodo può diventare una minaccia per le altre forze armate della regione". Per il momento, però, "non è in grado di attaccare Taiwan". E' questo il contenuto principale del Rapporto annuale sulla Cina presentato oggi dal Pentagono al Congresso degli Stati Uniti.

Il Pentagono sottolinea l'attenzione cinese nel migliorare le sue forze navali e aeree. Il Rapporto denuncia che contro Taiwan sono schierati tra 650 e 730 missili balistici a corto raggio, con un aumento di 100 missili – di tipo più sofisticato - rispetto al 2004. In 3 zone sul suolo cinese che si trovano davanti all'isola sono stanziati 375 mila soldati e 2/3 della forza navale naviga nei mari orientali e meridionali.

"La Cina – si legge nel documento - non costituisce per ora una minaccia per le altre nazioni ma continua a fare grandi investimenti in campo militare". Pechino, secondo il Pentagono, spende 90 miliardi di dollari Usa nel settore militare, 3 volte più di quando dichiara ufficialmente. E' il terzo maggior budget mondiale, con il quale acquista armi ad alta tecnologia da nazioni come Russia e Israele. La crescente forza militare di Pechino è ritenuta già tale da turbare gli equilibri della regione. In futuro, "potrebbe avere la tentazione di ricorrere con frequenza alla forza o alla coercizione per ottenere vantaggi diplomatici, perseguire la sua sicurezza o risolvere dispute".

Secondo i militari americani l'espansione economica e militare ha condotto Pechino a un crocevia: può cercare l'integrazione pacifica e la normale concorrenza commerciale con gli altri Stati oppure consolidare una sua sfera d'influenza. Ma può anche perseguire la riunificazione con Taiwan e mantenere l'attuale sistema politico. Occorre attendere "le scelte di base che faranno i leader della Cina".

Da anni il Pentagono avverte dei grandi rischi conseguenti alla modernizzazione dell'esercito cinese. Il rapporto annuale - sempre oggetto di controversie - quest'anno arriva in una situazione di gravi contrasti tra Stati Uniti e Cina in materia di commercio e politica valutaria.

"La Cina – ha detto ieri in una conferenza stampa Donald Rumsfeld, Segretario alla difesa Usa - è riuscita a sviluppare la sua economia, [a creare maggiori] opportunità per la sua popolazione e ad entrare nella comunità mondiale." "Ha voluto le Olimpiadi [del 2008]. Ha fatto molti sforzi per dare al mondo l'immagine di essere un luogo adatto per gli investimenti e un buon partner economico". Ma ritiene che il vigente sistema politico creerà sempre maggiori difficoltà alla Cina, che ha bisogno di maggiore libertà per essere più competitiva nell'economia mondiale. "Uno Stato che partecipa in modo completo al sistema economico mondiale – ha osservato - può avere migliori risultati con una relativa libertà nel sistema politico e in quello economico; sarebbe un'ottima cosa per tutto il mondo".

Ha ribadito che Washington ritiene ancora valido il mantenimento dell'embargo sulla vendita di armi alla Cina da parte dell'Unione Europea. L'Ue ha posto l'embargo nel 1989, dopo il massacro di piazza Tiananmen. Il Parlamento europeo, dopo le pressioni di Italia, Francia e Germania, ha proposto la revoca del bando durante lo scorso semestre, ma la discussione è stata interrotta proprio a causa delle pressioni Usa. Nel corso del suo recente viaggio in Cina, il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, ha ribadito l'importanza di "mantenere l'embargo fino a che la Cina non dimostri un effettivo miglioramento nel campo dei diritti umani". (PB)

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