La Cina avverte gli Usa: “forze esterne” non intervengano nelle dispute del Pacifico occidentale
Il premier cinese Wen Jiabao ha risposto alle dichiarazioni del presidente Obama che domani toccherà il problema della sovranità su alcuni gruppi di isole contese fra Cina e altri stati. Washington tenta anche di sopire i timori di Pechino per la ripresa di contatti con il Myanmar.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Il premier cinese Wen Jiabao ha ammonito oggi che le ''forze esterne'' non hanno ''scuse'' per intervenire nelle dispute in corso nel Mar Cinese Meridionale, in un chiaro riferimento agli Stati Uniti. In precedenza, parlando al vertice tra Cina e Associazione dei paesi del sudest asiatico (Asean) in corso in Indonesia, il premier cinese aveva puntato sulla moderazione, proponendo di ''rafforzare la cooperazione in campo marittimo''.
Pechino ha in corso dispute con quattro membri dell'associazione - Vietnam, Filippine, Malaysia e Brunei - oltre che col Giappone e con Taiwan. Fonti americane hanno affermato che la questione della sovranità sui gruppi di isole contese verrà sollevato dal presidente Barack Obama domani, in un altro vertice che si terrà nella stessa località, l'isola indonesiana di Bali. La Cina è contraria a discutere il problema in contesti multilaterali e preferisce le trattative con i singoli Paesi. Le dispute, ha sottolineato Wen Jiabao, sono in corso ''da molti anni'' e devono essere risolte ''attraverso amichevoli consultazioni e discussioni tra i Paesi direttamente coinvolti''.
E intanto fra Washington e Pechino si è aperto un altro fronte diplomatico. La decisione americana di riprendere contatti ad alto livello con la Birmania non deve essere vista come un tentativo di circondare o contenere la Cina ed è uno sviluppo che dovrebbe essere ben accolto da Pechino. Lo hanno detto funzionari americani che hanno chiesto di rimanere anonimi. Dopo che il presidente Obama ha annunciato che manderà il segretario di stato Hillary Clinton in Birmania, funzionari Usa hanno sottolineato che si consulteranno strettamente con la Cina a proposito dell'impegno con Rangoon.
Uno di questi funzionari ha detto che è nell'interesse di Pechino vedere una Birmania stabile e meglio integrata nella comunità internazionale. "E' una cosa che riguarda la Birmania, non la Cina", ha detto. Molti analisti affermano che Pechino è sempre più a disagio con quelli che vede come sforzi americani per cercare di esercitare influenza sui paesi intorno alla Cina.
Pechino ha in corso dispute con quattro membri dell'associazione - Vietnam, Filippine, Malaysia e Brunei - oltre che col Giappone e con Taiwan. Fonti americane hanno affermato che la questione della sovranità sui gruppi di isole contese verrà sollevato dal presidente Barack Obama domani, in un altro vertice che si terrà nella stessa località, l'isola indonesiana di Bali. La Cina è contraria a discutere il problema in contesti multilaterali e preferisce le trattative con i singoli Paesi. Le dispute, ha sottolineato Wen Jiabao, sono in corso ''da molti anni'' e devono essere risolte ''attraverso amichevoli consultazioni e discussioni tra i Paesi direttamente coinvolti''.
E intanto fra Washington e Pechino si è aperto un altro fronte diplomatico. La decisione americana di riprendere contatti ad alto livello con la Birmania non deve essere vista come un tentativo di circondare o contenere la Cina ed è uno sviluppo che dovrebbe essere ben accolto da Pechino. Lo hanno detto funzionari americani che hanno chiesto di rimanere anonimi. Dopo che il presidente Obama ha annunciato che manderà il segretario di stato Hillary Clinton in Birmania, funzionari Usa hanno sottolineato che si consulteranno strettamente con la Cina a proposito dell'impegno con Rangoon.
Uno di questi funzionari ha detto che è nell'interesse di Pechino vedere una Birmania stabile e meglio integrata nella comunità internazionale. "E' una cosa che riguarda la Birmania, non la Cina", ha detto. Molti analisti affermano che Pechino è sempre più a disagio con quelli che vede come sforzi americani per cercare di esercitare influenza sui paesi intorno alla Cina.
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