La Cina ammette l’uso di sostanze nocive nel suo dentifricio
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina ha annunciato ieri “indagini” sulla provenienza del dentifricio contenente veleno esportato nell’America Centrale, ma assicura che i prodotti cinesi sono “sicuri”. Ma i Paesi importatori chiedono maggiore “trasparenza” e collaborazione a ditte e uffici pubblici cinesi.
Chen Yaozu, dirigente generale della Danyang Chengshi Household Chemical Co. ha ammesso ieri che la ditta ha esportato a Panama dentifricio contenente glicoldietilene, prodotto chimico tossico usato al posto della glicerina e che nel 2006 ha causato la morte di oltre 100 persone, perché venduto come glicerina e unito a sciroppo per la tosse. La notizia è emersa da giorni, ma solo il 20 maggio sera gli ispettori governativi sono arrivati a Danyang (Jiangsu) e hanno chiuso l’impianto. Finora l’impresa aveva negato con forza che nel suo dentifricio ci fosse la sostanza nociva, utilizzata quale antigelo e solvente industriale. Il 19 maggio la Repubblica Dominicana ha segnalato altri 36mila tubetti di dentifricio cinese contenenti la sostanza, tra cui molte confezioni di gomma da masticare con dentifricio destinata ai bambini, sequestrati nei negozi dell’intero Paese.
Sotto indagine anche la ditta Goldcredit International Trading di Wuxi.
Ora le produttrici di dentifrici nella zona si difendono dicendo che il glicoldietilene è usato in Cina nei dentifrici “da anni” quale economico sostituto della glicerina e che non si è mai rivelato davvero nocivo. Hu Keyu, dirigente della Goldcredit, dice che “se il glicoldietilene fosse velenoso, l’intera popolazione cinese sarebbe stata avvelenata”.
Nelle ultime settimane alcuni prodotti alimentari cinesi sono risultati contenere sostanze chimiche nocive e diverse da quanto garantito e ieri Robert Madelin, direttore generale della Commissione europea per la protezione della salute e del consumatore, ha detto che Pechino deve essere più “trasparente” per mantenere la fiducia degli importatori, con evidente riferimento al tentativo fatto sia dalle imprese che da pubblici uffici cinesi di negare la provenienza e il contenuto nocivo di questi prodotti.
Ora l’Amministrazione statale cinese per gli alimenti e i farmaci ha annunciato maggiori controlli e più severità sulle ditte scorrette. (PB)
19/09/2008