La Chiesa vuole aiutare i sieropositivi ad avere una vita normale
Il cardinale Pham Minh Man: "dobbiamo fare del nostro meglio per prevenire il diffondersi della malattia, dando amore e sostegno alle persone sieropositive".
Ho Chi Minh City (AsiaNews) Aiutare le persone sieropositive a vivere all'interno delle loro famiglie e della società, evitando che timori esagerati e atteggiamenti moralistici le condannino all'emarginazione ed al tempo stesso mobilitare le persone per combattere la malattia. E' un obiettivo che si è posto la Chiesa del Vietnam di fronte ad una situazione che vede 40mila sieropositivi nella sola Ho Chi Minh City ed almeno 200mila in tutto il Paese. E la maggior parte di loro ha meno di 35 anni.
"Ci rivolgiamo verso persone che hanno bisogno di più amore e più cura", ha scritto il cardinale Pham Minh Man in una lettera pastorale dedicata alla castità. "Noi aggiunge in un colloquio con AsiaNews dobbiamo fare del nostro meglio per prevenire il diffondersi della malattia nelle famiglie e nella società, dando amore e sostegno alle persone sieropositive perché vivano la loro vita normale".
In effetti ci sono programmi per persone sieropositive creati da Organizzazioni non governative religiose e gruppi locali sociali che lavorano, offrendo informazione e i mezzi necessari per i gruppi individuati.
"All'inizio racconta ad AsiaNews una giovane signora che fa parte del gruppo di discussione ed esperienza sull'Hiv/Aids dell'arcidiocesi di Saigon non avevo parlato con i miei genitori della mia situazione di sieropositiva. Dopo ho detto loro la verità. Ma per me è stato veramente terribile: i miei genitori non mi permettevano di mangiare o bere a tavola con loro. Tenevano il conto di quante volte andavo in bagno. Mi hanno spinto a dormire all'addiaccio. Fortunatamente ho avuto i padri, le sorelle e i volontari della Chiesa che ci amano e si preoccupano di noi. Ho potuto cercare di vivere e allevare mia sorella".
Ora il Viet Nam ha bisogno di attività sociali, progetti, organizzazioni e assistenti sociali che aiutino e lavorino con le vittime della malattia.