La Chiesa taiwanese celebra la "giornata degli aborigeni"
Taipei (AsiaNews) - Ieri primo agosto, la Chiesa cattolica di Taiwan ha celebrato l'annuale "giornata degli aborigeni", gli abitanti originari dell'isola. In una lettera dei vescovi, pubblicata questa settimana, si spinge tutti all'attenzione verso coloro che storicamente furono i primi abitanti dell'isola di Formosa.
Le popolazioni indigene, suddivise in decine di tribù, hanno avuto in passato vita difficile, subendo tentativi di colonizzazione e di assimilazione. Secondo dati del 2009 a Taiwan esistono oggi circa 500mila aborigeni, che vivono in maggioranza sulle montagne dell'isola. Difficoltà linguistiche, di scolarità e disoccupazione causano spesso una forte emarginazione.
La lettera pubblicata dai vescovi taiwanesi offre indicazioni proprio sulla loro situazione. In particolare si sottolineano tre punti fondamentali:
- 1) Anzitutto "consolidare la trasmissione della cultura tradizionale aborigena" alle attuali e alle future generazioni. Questo può avvenire preservando la lingua propria delle diverse tribù in modo che i bambini fin da piccoli possano apprenderla e parlarla in famiglia e nei villaggi. La lingua materna segna l'identità delle persone e ricorda il legame alla cultura, alla storia e ai valori che vengono trasmessi tra le varie generazioni. E' la lingua che gli studenti aborigeni usano al di fuori delle ore di lezione e che ricorda i legami familiari, il segno tangibile dell'appartenenza alla storia di questa bellissima isola.
- 2) Particolare attenzione al matrimonio e alla famiglia, collegata al cammino di fede e alle scelte di vita. Come già Giovanni Paolo II affermava: "Il matrimonio e la famiglia costituiscono uno dei beni più preziosi dell'umanità" da salvaguardare con estrema attenzione, perché "nei tempi odierni la famiglia è stata, come e forse più di altre istituzioni, investita dalle ampie, profonde e rapide trasformazioni della società e della cultura" (Familiaris consortio, 1). Riscoprendo il significato originario nella cultura aborigena, si può riflettere profondamente sul sacramento del matrimonio e sul valore della famiglia per le generazioni più giovani.
- 3) Infine, insieme alla vocazione matrimoniale, è sottolineato nel terzo punto l'orizzonte della collaborazione tra le parrocchie e le diocesi a cui gli aborigeni appartengono. In questo contesto si incoraggiano le vocazioni religiose e al sacerdozio come chiamata da parte di Gesù a collaborare alla sua missione.
Chi vive a contatto con gli indigeni di Taiwan, non può non essere coinvolto dalla voglia di vivere e dalla gioia che bambini, giovani e adulti aborigeni dimostrano nei loro canti e nelle danze collettive trasmesse dalle generazioni più anziane. Secondo molti cattolici "questa gioia e questa passione per la vita sono un grande segno del sorriso di Dio sul mondo".
A Taiwan vi sono molti tentativi di ridare valore e orgoglio alla cultura indigena. Lo scorso inverno Taiwan ha potuto ammirare la proiezione di un film epico sulla vita di un eroe locale che all'inizio del Novecento ha cercato di difendere gli abitanti dell'isola dalla conquista straniera. L'eroe del film è un aborigeno, interpretato in modo magistrale da un pastore presbiteriano della tribu' Atayal, un attore non professionista. La durata del film è di più di quattro ore ed è la più' costosa produzione cinematografica della storia di Taiwan. E' stato proiettato prima nelle sale cinematografiche e poi in televisione proprio la scorsa settimana. Ora è in vendita in dvd, col titolo "Warriors of the Rainbow: Seediq bale". Questo testimonia quanto le tribù aborigene siano "tornate ora alla ribalta" nella società taiwanese, perché rappresentano la parte essenziale della storia e dell'identità dell'isola.