La Chiesa e il "ritorno alla vita quotidiana"
In Thailandia del sud centri d'accoglienza cattolici offrono assistenza sanitaria, ma anche istruzione e svago alle vittime dello tsunami.
Bangkok (AsiaNews) Il "ritorno alla vita quotidiana" dopo lo tsunami è il principale obiettivo dei centri d'accoglienza cattolici in Thailandia. A un mese dalla tragedia del 26 dicembre tra solidarietà, speranze e difficoltà, la Chiesa cattolica in Thailandia continua a lavorare per assicurare assistenza sanitaria e psicologica alle vittime, ma anche impegno per l'istruzione dei giovani e sostegno ai volontari. Di seguito riportiamo un breve racconto di alcuni d'accoglienza cattolici nella Thailandia del sud, a nord di Phuket.
Centro di Phang-nga: qui sono arrivate 71 famiglie dal villaggio di Khk-Kuk, in maggioranza pescatori; questa gente fa parte dei cosiddetti "morgan" (nomadi del mare delle Andamane, che non hanno diritti sulle terre). Proprio a questa gente si rivolge il lavoro della Chiesa. "Ci stiamo occupando dei morgan racconta la direttrice del centro, Suor Uraiwan - le famiglie vivono in case provvisorie costruite dai militari. La maggior parte di loro vuole rimanere vicino alla spiaggia e il più possibile insieme, in un'unica comunità". Suor Uraiwan ha sottolineato che ora bisogna occuparsi della "vita quotidiana" delle vittime concentrarsi sui giovani: "Ci assicuriamo che i 54 studenti del campo vadano a scuola tutti i giorni. Diamo consigli sulle condizioni sanitarie; alcuni di loro hanno ancora problemi mentali". Attenzione viene posta anche allo svago: "4 seminaristi dal seminario maggiore del Lux Mundi a Samphran aiutano a organizzare la ricreazione dei bambini dopo scuola".
Taptawan: a 5 km dal villaggio di Khuk-Kuk, il centro cattolico di Taptawan, lavora per far tornare alla quotidianità le 195 famiglie che ospita. Padre John Bosco Suwat Luangsaard, direttore del centro, ha raccontato che "la maggior parte della gente qui si guadagnava da vivere vendendo snack, bibite e souvenir ai turisti", ma ora sta cercando di procurarsi entrate con nuovi lavori: "Chi sapeva recitare o stare sulla scena sta allestendo uno spettacolo chiamato "Ta-lung" (Gioco delle ombre) con la speranza di guadagnare qualcosa". Nonostante la buona volontà le difficoltà non mancano. "Lo zinco dei tetti delle baracche fa notare il sacerdote - assorbe calore durante il giorno e la notte non si respira, così la gente dorme di fuori; quello di cui avrebbero bisogno sono ventilatori per rinfrescare l'aria". Forte l'impegno anche dal punto di vista sanitario. Padre Suwat racconta che qui si trova "l'unico centro medico" della zona, condotto da 2 dottori e 10 suore 24 ore su 24 e che serve anche i centri vicini.
Il sostegno della Chiesa si rivolge anche ai volontari impegnati nei soccorsi. Alla sede della Conferenza internazionale cattolica per gli scout (ICCS) e quella per l'Asia del pacifico (APR) è stato allestito un altro centro accoglienza. Qui p. John Baptist Suthep Chornthong, salesiano e direttore del centro scout è impegnato a "garantire a scout e insegnanti volontari le necessarie condizioni per poter lavorare in modo proficuo". Nel centro si svolge anche il programma "Scuola di Vita", in cui i giovani sono stimolati a riflettere sul significato di questa esperienza.
Grande solidarietà continua ad arrivare anche dall'estero, come confermano i religiosi locali. Suor Angela Phannee Phuruanhong, madre provinciale delle sorelle del Sacro Cuore di Gesù di Bangkok, ha detto che "molte organizzazioni europee, da Francia, Italia e Germania, hanno offerto il loro aiuto ai bambini". "Raccoglieremo altre informazioni su ognuna di queste realtà ha sottolineato la religiosa - e poi decideremo come procedere. Ci sono alcuni progetti per sostenere l'istruzione di questi giovani fino al livello universitario, con controlli annuali".
Intanto ieri negli hotel di Phang-nga e Phuket si sono svolti riti buddisti in ricordo delle vittime dello tsunami del 26 dicembre.