La Chiesa condanna raid e bombe su un villaggio di civili
L’intervento dell’aviazione nel nord ha distrutto un insediamento di rifugiati interni: 14 i morti di cui 6 bambini. Vescovo di Mannar: nell’area non vi erano basi dei ribelli. Da Jaffna il vescovo locale per il Nuovo Anno chiede un maggiore impegno della comunità internazionale per la pace e ricorda le parole del messaggio natalizio del Papa.
Mannar (AsiaNews) – Dura condanna della Chiesa dello Sri Lanka all’ultimo bombardamento dell’esercito nazionale che oggi ha ucciso 14 civili, tra cui diversi bambini, nel villaggio di Padahuthurai, nel nord del Paese. Dopo una visita al luogo dell’attacco, il vescovo di Mannar mons. Joseph Rayappu ha dichiarato che l’operazione militare ha completamento distrutto l’insediamento dove alloggiavano per lo più profughi interni. Secondo quanto riferito dal vescovo ai media locali, nel villaggio non vi era nessuna base delle Liberation Tigers of Tamil Eelam (LTTE). Sotto le bombe sono morte 14 persone, di cui 6 erano bambini sotto gli 8 anni di età. I feriti sono almeno 35, anche in questo caso molti i bambini.
La maggior parte dei 236 abitanti del villaggio colpito sono civili fuggiti da Navanthurai e dalle vicine coste di Jaffna. Nel nord e nell’est dello Sri Lanka è in atto una recrudescenza della pluridecennale guerra civile tra esercito e ribelli delle Tigri, che si sperava conclusa con il cessate-il-fuoco.
E per una soluzione positiva del conflitto etnico e un maggiore impegno in questo senso da parte delle potenze mondiali si espresso il vescovo di Jaffna, mons. Thomas Soundaranayagam. Nel suo messaggio per il Nuovo Anno il presule ha detto: “Mi rivolgo alla comunità internazionale, in un momento in cui le nubi della guerra si ammassano sulle zone tamil, la fame minaccia la popolazione, all’orizzonte si intravede lo spettro di malattie infettive che si diffondono nella mancanza di medicinali e ansia e paura soffocano la gente tamil costretta a vivere alla giornata”.
Mons. Soundaranayagam ha poi invitato a pregare per la pace e perché, come ha detto il Papa a Natale, “nello Sri Lanka trovi ascolto, nelle parti in lotta, l'anelito delle popolazioni per un avvenire di fraternità e di solidarietà”.
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