L'Onu respinge la domanda di ammissone di Taiwan
Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Le Nazioni Unite respingono la richiesta di Taiwan di diventare membro, confermando “la politica di ‘una sola Cina’”. L’Ufficio affari legale dell'Onu ha risposto ieri che ritiene ancora valida la risoluzione 2758 del 1971 dell’Assemblea generale, che ha riconosciuto il governo di Pechino come unico rappresentante dello Stato cinese.
Critico David Wang, portavoce del ministro taiwanese degli Esteri, che parla di una decisione presa “per ragioni politiche”. “La risoluzione del 1971 – dice - deve essere rivista, non considera il diritto del popolo taiwanese di essere rappresentato e di partecipare”.
La politica che esiste “una sola Cina” significa affermare che sia Taiwan che la Cina appartengono ad un’unica identica entità nazionale. Dopo la guerra civile del 1949 Taiwan è rimasta all’Onu come rappresentante dello Stato cinese, fino a quando nel 1971 è stata estromessa a favore di Pechino.
Il 19 luglio l’Isola ha chiesto di essere ammessa con il nome di Taiwan, anziché con quello precedente di Repubblica di Cina. La richiesta è molto sostenuta dal presidente Chen Shui-bian, strenuo fautore dell’indipendenza del Paese, che ha anche annunciato di voler indire un referendum per sostenerla. Oggi David Lee, portavoce di Chen, ha ribadito che questa decisione non influirà sul previsto referendum.
La richiesta di Taiwan, oltre che condannata da Pechino, è anche criticata dagli Stati Uniti per il rischio che possa compromettere il fragile statu quo tra le due Cine e Washington.
Wang Guangya, ambasciatore cinese presso l’Onu, ha definito la richiesta di Taipei “molto ridicola e una sfacciata mossa verso l’indipendenza di Taiwan”. Pechino considera l’Isola come parte del suo territorio e, anche se costretta a tollerare la situazione attuale, non perde occasione per ripetere che non tollererà iniziative indipendentiste.