L'Associazione per le minoranze pakistane "pronta ad adottare 500 orfani sopravvissuti al terremoto"
Il gruppo ha creato una scuola-tenda dove il pomeriggio "giochiamo per distrarre i bimbi". "Pregate per le vittime, ma anche per noi, perché la ricostruzione qui sarà lunga".
Balakot (AsiaNews) L'All Pakistan Minorities Alliance (Apma, organizzazione non governativa che riunisce le minoranze etniche e religiose del Pakistan) ha chiesto al governo di poter adottare 500 orfani sopravvissuti al terremoto dell'8 ottobre. Khalid Gill, capo organizzatore del campo base dell'Apma a Balakot, 40 chilometri da Mansehra, conferma: "Shabbaz Bhatti, il nostro presidente dice ha chiesto al governo pakistano di potersi assumere, come Associazione, la responsabilità di 500 orfani: possiamo dare loro rifugio, cibo ed educazione".
"Per aiutare le vittime di questa terribile tragedia dice ad AsiaNews ci siamo riuniti l'8 ottobre in serata ad Abbottabad e da lì il nostro gruppo medico ed i nostri volontari sono corsi a Balakot e Muzafarabad, le città più colpite". "Come primo compito racconta - ci siamo impegnati nelle operazioni di primo soccorso e di ricerca dei superstiti oltre al trasporto dei feriti nelle zone fornite di ospedali, ma dopo la prima emergenza, abbiamo iniziato il nostro programma personale".
"Il 12 ottobre continua - abbiamo inaugurato il campo base di Boli, un villaggio a 4 chilometri da Balakot, nel distretto della Provincia della frontiera nord-ovest. I nostri volontari, circa 50, lavorano giorno e notte per aiutare i sopravvissuti feriti".
"Abbiamo aperto una scuola-tenda sottolinea - dove 150 orfani del posto, ma anche di zone più lontane, possono proseguire il corso scolastico. In questa scuola lavorano 5 insegnanti qualificati e ai bambini diamo libri gratuiti. Siamo anche in grado di offrire loro un trasporto dalle zone di provenienza fino alla scuola". "Nei pomeriggi aggiunge giochiamo a cricket e badminton per cercare di distrarre i bambini dalla tragedia".
L'Apma ha messo in piedi e reso operativa anche un'equipe veterinaria per prendersi cura degli animali feriti, soprattutto asini e muli fondamentali per i trasporti nelle zone montuose.
Passata la prima emergenza, la situazione del Kashmir "sarà dura per almeno 4 o 5 anni". "Ci siamo registrati alla Commissione per il coordinamento degli aiuti in Pakistan spiega e fra i piani di sviluppo in programma ne abbiamo uno a lungo termine per la riabilitazione economica dei sopravvissuti".
"Pregare per le vittime del terremoto deve essere il primo pensiero conclude ma il mondo deve pregare anche per i sopravvissuti e per coloro che operano volontariamente qui. Ci aspettano molti anni duri che dovremo dedicare alla ricostruzione. Gli aiuti non devono cessare e la nostra forza non deve mai venire meno".