Kyrill a Costantinopoli: una svolta che guarda anche al dialogo con Roma
di NAT da Polis
Il nuovo patriarca di Mosca e Bartolomeo hanno sottolineato l’importanza dell’incontro panortodosso di ottobre, che ha indicato la via per il consolidamento dell’unità dell’ortodossia. Solo una Chiesa unita potrà affrontare le sfide del mondo contemporaneo.
Istanbul (AsiaNews) – Si è svolta all’insegna del consolidamento dello spirito per un nuovo comune cammino - iniziato dopo l’incontro panortodosso di ottobre - la vista del patriarca di Mosca, Kyrill a Costantinopoli, la sua prima sua visita all’estero dopo la sua elezione. Dalle parole di Kyrill e del patriarca ecumenico Bartolomeo traspare infatti l’importanza di un comune cammino, nel reciproco rispetto, per il consolidamento dell’unità dell’ortodossia. Entrambi hanno sottolineato l’importanza dell’incontro panortodosso di ottobre, che oramai costituisce la pietra miliare (definita la road map dell’ortodossia) dei rapporti tra le Chiese ortodosse. Nei loro discorsi traspare anche una forte volontà di contribuire ad accelerare il dialogo ecumenico, perché esso costituisce una necessità, in quanto solo una Chiesa universale unita potrà affrontare efficacemente le sfide del mondo contemporaneo.
E proprio Bartolomeo ha iniziato la sua omelia mettendo in rilievo la lunga e importante testimonianza di fede della Chiesa russa, la quale, benché messa in cattività per 70 anni da un regime ateo, ha ripreso il suo cammino. Ha poi messo in rilievo la personalità del nuovo Patriarca di Mosca Kyrill, rallegrandosi per la sua elezione, in quanto non è soltanto un uomo di profonda religiosità, ma anche un profondo conoscitore del mondo cristiano. “Caro fratello - ha sottolineato – anche se il regime ateo è crollato, la pratica atea dell’edonismo e dell’indifferenza religiosa con tutte le loro conseguenze, fiorisce dappertutto. In nome di Dio si perpetuano stragi, popolazioni intere vengono sradicate dalle proprie terre, c’è un traffico vergognoso di esseri umani, c’è una recrudescenza dei nazionalismi e dei fanatismi religiosi”. “E noi cristiani - ha proseguito Bartolomeo - invece di presentarci uniti e proporre risposte convincenti alle sfide di un mondo disperatamente travagliato, siamo attraversati da intrighi e scismi, disdegnando così di prendere coscienza della nostra responsabilità nei confronti del Nostro Pastore Gesu Cristo, il quale esige che tra noi prevalgano l’amore, la pace e l’unità. Perché soltanto allora potremo essere di buon esempio nei confronti dei popoli e di conseguenza nei confronti del Padre della Luce”. “Proprio l’ultimo nostro incontro di Ginevra avvenuto in pieno clima di unità, deve costituire esempio di riferimento non solo per gli ortodossi”.
Nello stesso spirito si è sviluppata l’omelia di Kyrill, il quale ha messo in rilievo i profondi legami storici tra le due Chiese, facendosi latore di una testimonianza di gratitudine del popolo russo nei confronti della Chiesa di Costantinopoli, la Grande Chiesa di Cristo. Ha poi esposto il contributo spirituale della Chiesa russa, ricordando che i 70 anni di prigionia in cui ha vissuto l’ha aiutata a capire l’importanza della libertà e dei diritti dell’ uomo “Queste nostre faticose testimonianze si spera - continua Kyrill - possano essere utili e costituiscono un contributo della Chiesa russa ad un mondo che sta smarrendo i suoi orizzonti. Rivolgendo lo sguardo al cammino percorso, possiamo ben dire che il seme di salvezza che seminarono i missionari di Costantinopoli ha dato i suoi ricchi e benedetti frutti, che costituiscono la comune eredità dell’Ortodossia”. “Questa nostra visita – ha detto ancora - costituisce un buon inizio per rinnovare i rapporti fraterni tra le due Chiese, sulla strada della Una Santa Cattolica e Apostolica Chiesa di Cristo”.
“E dal profondo del nostro cuore - ha concluso il Patriarca di Mosca, rivolgendosi a Bartolomeo - facciamo nostre le considerazioni rivolte da lei a tutti gli ortodossi durante l‘incontro panortodosso di ottobre, con le quali incitava a prendere coscienza della nostra tradizione e di agire come un'unica Chiesa”.
Proprio grazie al nuovo clima, sembra che abbia preso la via di una soluzione pacifica anche la questione della Chiesa estone, che è stata causa di non pochi attriti tra Mosca e Costantinopoli. Lo stesso Patriarca Ecumenico, rispondendo ai giornalisti ha detto che “la forza della nostra comune tradizione di fede è superiore a qualsiasi umana divergenza”. Considerazioni che anche Kyrill ha fatto proprie. Bartolomeo ha invitato Kyrill – che ha accettato - a partecipare al pellegrinaggio del 2010 in Cappadoccia, culla del cristianesimo, ricco di testimonianze cristiane. Un’altra cosa assai importante, si commenta tra gli addetti ai lavori, la volontà di Kyriil di non cedere a pressioni di puro stampo politico, dimostrandosi così vero uomo di Chiesa.
Infine Kyrill ha reso visita al primo ministro turco Erdogan e al segretario degli Affari religiosi Ali Baltakoglu. Fonti turche, non confermate, riferiscono che Erdogan ha parlato di una prossima apertura della Scuola teologica di Chalki
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