Kyrgyzstan, i rivoltosi controllano anche la città di Osh
Bishkek (AsiaNews/Agenzie) Da alcuni giorni nel sud del paese l'opposizione al presidente Askar Akayev protesta per chiedere le dimissioni del capo di stato, accusato di aver provocato brogli nelle scorse elezioni. La situazione nella capitale Bishekek resta per il momento tranquilla. Ieri i manifestanti dell'opposizione kirghisa hanno occupato i palazzi del potere a Osh, la seconda città più grande del paese. Circa 3 mila manifestanti hanno marciato per le strade di Osh occupando i palazzi amministrativi lasciati liberi dagli agenti di sicurezza, datisi alla fuga sotto la pressione dei dimostranti, alcuni dei quali armati di bastoni e bottiglie molotov. Nei giorni scorsi anche la vicina città di Jalal-Abad era caduta nelle mani dei rivoltosi dopo violenti scontri fra 15 mila manifestanti e le forze dell'ordine: 4 poliziotti sono rimasti uccisi.
I leader dell'opposizione accusano Akayev di aver vinto i due turni elettorali (svoltisi il 27 febbraio e il 13 marzo) commettendo brogli nei seggi. Akayev accusa l'opposizione ha ora una maggioranza parlamentare che gli permette di cambiare la costituzione per ottenere un terzo mandato presidenziale. Osservatori internazionali hanno riconosciuto brogli nello svolgimento delle elezioni. Ieri il presidente ha chiesto un nuovo conteggio dei voti di alcuni distretti.
Secondo analisti politici è difficile che in Kyrgyzstan avvenga lo stesso cambiamento politico avvenuto in vicini paese ex comunisti, come nel 2003 in Georgia e di recente in Ucraina, attraverso pacifiche proteste di piazza. "Negli eventi in Kyrgyzstan si nota un ovvio tentativo di imitare la rivoluzione arancione dell'Ucraina" afferma Irina Zvigelskaya, analista del Center for Strategic and Political Studies a Mosca. "Ma c'è un reale pericolo di instabilità nel paese che può scatenare le forze islamiche represse e portare a un conflitto interetnico". Infatti le proteste si concentrano nella zona meridionale, abitata dalla minoranza uzbeka (500 mila persone, il 13,8% dei 5.2 milioni di kirghisi).
Il 75% dei kirghisi sono musulmani, il 20% cristiani ortodossi. Il sud è una regione molto depressa dal punto di vista economico, a dispetto del nord più ricco ed evoluto, dove si trova la capitale Bishkek. Il presidente Akayev ha ammonito che ogni tentativo di "copiare" la rivoluzione ucraina porterà il paese alla guerra civile. La Russia ha reagito in maniera decisa alle proteste anti-Akayev, tanto che il ministro degli Esteri Lavrov ha dichiarato: "Non ci sarà nessun compromesso con le forze estremiste che stanno minando l'equilibrio del Kyrgyzstan". (LF)24/03/2005
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