Kharroubi annulla la cerimonia in ricordo delle vittime della repressione a Teheran
Teheran (AsiaNews) – Mehdi Kharroubi, uno dei candidati alla presidenza che ha perduto alle elezioni, ha annullato la cerimonia programmata per oggi a ricordo delle vittime delle manifestazioni di questi giorni. Secondo il suo sito, la cerimonia è stata rimandata alla settimana prossima. La decisione segue le nuove violenze registrate ieri vicino al parlamento di Teheran, dove la polizia ha attaccato con gas lacrimogeni e manganelli gruppi di dimostranti che si sono radunati a protestare nonostante il divieto del ministero degli interni. I gruppi di protesta hanno lanciato sassi contro la polizia. Secondo alcune testimonianze vi sono stati spari contro i giovani e la polizia ha massacrato di botte una donna. L'ayatollah Montazeri ha dichiarato stamane che se la repressione continua, questa potrebbe portare alla fine il governo iraniano.
Il numero dei dimostranti si è ridotto sensibilmente dopo gli avvertimenti della guida suprema Alì Khamenei a non manifestare e le cariche della polizia e dei basej (volontari della rivoluzione, al servizio del presidente Ahmadinejad). Le cifre ufficiali dicono che nei giorni scorsi, vi sono stati almeno 17 morti e centinaia di feriti fra le centinaia di migliaia persone che manifestavano contro le elezioni presidenziali accusate di brogli.
L’agguerrita repressione frena le manifestazioni, ma non il dissenso. In quella che viene vista come la sfida più imponente alla dittatura islamica iraniana, la sera col buio, moltissime persone a Teheran gridano slogan come “Morte a Khamenei” , “Basta con la dittatura” e “Allah akhbar! Dio è grande”, lo slogan usato 30 anni fa per cacciare lo scià.
Quest’oggi il Consiglio dei Guardiani, a cui Kahmenei ha delegato la verifica delle denunce sui brogli, ha ribadito che le irregolarità rilevate sono minime e non inficiano il risultato che dà la vittoria a Mahmoud Ahmadinejad.
Mehdi Kharroubi è nettamente schierato contro il risultato elettorale e ha dichiarato “illegittimo” il nuovo governo. Nel suo sito egli afferma che il voto “dovrebbe essere annullato”.
L’altro candidato sconfitto, Mir Hossein Moussavi, divenuto il simbolo dell’opposizione, non si fa vedere, ma il suo sito riporta il messaggio che la protesta deve continuare. La moglie di Moussavi, Zahra Rahnavard, che ha un grande seguito nel mondo femminile iraniano, ha chiesto il rilascio dei dissidenti arrestati durante il periodo delle manifestazione. Fra le centinaia di arrestati vi sono politici e giornalisti e almeno 25 persone impiegate nel giornale retto da Moussavi.
In un comunicato fatto girare questa mattina il grande ayatollah Montazeri ha dichiarato: "Se il popolo iraniano non può rivendicare i suoi diritti legittimi attraverso manifestazioni pacifiche ed è represso, la crescita della frustrazione potrebbe anche distruggere le fondamenta di qualunque governo, per quanto forte esso sia”. Montazeri è stato a suo tempo il delfino di Khomeini, ma una lotta la vertice lo ha emarginato. E una delle voci più critiche verso Khamenei e Ahmadinejad ed ha un grande seguito.