Kerry, Lavrov, Brahimi: dalle armi chimiche verso la conferenza di pace
Ginevra (AsiaNews/Agenzie) - Il segretario di Stato Usa, John Kerry, e il ministro russo degli esteri, Serghei Lavrov hanno deciso di incontrarsi di nuovo verso la fine del mese per fissare la data di una tanto attesa conferenza di pace sulla Siria. Kerry e Lavrov sono nella città svizzera per rendere concreta la proposta russa di sottomettere alla comunità internazionale e poi distruggere l'armamentario chimico posseduto da Damasco.
Parlando stamane a una conferenza stampa congiunta, Kerry ha detto: "Siamo d'accordo... di incontrarci ancora a New York, verso il 28 [settembre], durante il periodo dell'Assemblea generale dell'Onu, per vedere se è possibile trovare una data per quella conferenza".
Alla conferenza stampa era presente Lahdar Brahimi, inviato dell'Onu e della Lega araba che da mesi spinge i membri del Consiglio di sicurezza al dialogo per un cessate-il-fuoco e per una conferenza di pace con tutti gli attori del dramma siriano.
Solo una settimana fa un attacco militare degli Stati Uniti - con l'appoggio di Francia, Turchia, Arabia saudita, Qatar - sembrava imminente. Il motivo era che Damasco, in un bombardamento del 21 agosto, aveva usato armi chimiche contro il suo popolo. La denuncia era venuta dopo una serie di video postati dai ribelli su internet. Damasco ha sempre negato di aver usato le armi chimiche e attribuisce le responsabilità ai ribelli, interessati a fermare il processo di pace. Proprio verso la fine di agosto doveva tenersi il Ginevra II, per preparare la conferenza di pace.
Il poco appoggio ricevuto da opinione pubblica e da parlamentari Usa; la grande eco suscitata dalla veglia per la pace di papa Francesco in piazza san Pietro; la freddezza della maggioranza delle altre diplomazie mondiali ha spinto il presidente Barack Obama a toni più pazienti. Allo stesso tempo, la proposta di Lavrov - che la Siria avrebbe consegnato le armi chimiche alla comunità internazionale per farle distruggere - ha disinnescato la minaccia militare che seppure "breve, mirata ed efficace", avrebbe condotto il Medio oriente a un lungo periodo di instabilità e di guerra.
Kerry e Lavrov lavorano ancora oggi per una soluzione viabile al problema delle armi chimiche, ma si nota un "terreno comune" per una soluzione politica del conflitto.
I problemi però non sono finiti. Ieri la Siria ha presentato domanda per firmare la convenzione Onu per il bando delle armi chimiche. La convenzione permette un periodo di 30 giorni per sottomettere all'organismo i dati sull'arsenale posseduto (e da distruggere). Kerry ha però affermato che 30 giorni sono troppi. Da parte sua, Bashar Assad, in un'intervista alla televisione russa, ha dichiarato che "la Siria accetta, se l'America la smette con le minacce militari e se altre nazioni, che riforniscono i ribelli di armi chimiche, rispetteranno la convenzione".
Da parte sua, la Coalizione dell'opposizione si dichiara "scettica" sul piano russo accettato da Damasco. "Tale gesto - si legge in una dichiarazione di ieri - arriva come [una cosa] troppo piccola, troppo tardi che salvare i civili dall'intento assassino del regime ed è con chiarezza un tentativo di sfuggire all'azione internazionale e alle responsabilità davanti al popolo siriano".