Kerala: alla guida dei 3mila templi indù, solo uomini (e veri credenti)
Mumbai (AsiaNews) - Il governo del Kerala ha deciso che solo gli indù uomini - e "davvero praticanti" - potranno entrare nei consigli di amministrazione dei Devasom ("Proprietà di dio") che gestiscono i quasi 3mila templi nello Stato. La mossa ha scatenato un'ondata di polemiche: in molti, infatti, ritengono che essa rappresenti una violazione della Costituzione, sia sul fronte della libertà religiosa, che su quello della discriminazione contro le donne. Nel presentare il provvedimento, il chief minister Oomen Chandy ha specificato che "solo i funzionari indù che credono in dio e nei rituali del tempio" possono essere eletti come membri dei Devasom.
I Devasom gestiscono le attività dei templi indù, e garantiscono il corretto funzionamento di ogni iniziativa o momento. In genere, queste "società religiose" si compongono di membri della comunità e rappresentanti del governo. In Kerala però i Devasom - quattro in tutto: a Guruvayur, Travancore (il più importante, ndr), Malabar e Cochin - sono tutti sotto il controllo dello Stato.
Secondo p. Paul Thelakat, portavoce del Sinodo siro-malabarese e direttore del quotidiano Satyadeepam ("Luce della verità"), il problema non è la scelta di riservare i posti a soli indù, ma "sono le contraddizioni che nascono quando la religione si mischia con la politica. La fede dovrebbe essere separata dal governo e dalla politica, perché le religioni devono autogovernarsi. Nel sistema dei Devasom invece, l'interferenza è forte perché gli indù hanno un'enorme quantità di beni e proprietà da gestire". Tuttavia, sottolinea il sacerdote, "credo [sia giusto] che a gestire 3mila templi siano persone davvero credenti". Invece, aggiunge, "la presenza di una donna nei consigli d'amministrazione sarebbe un fattore positivo".
28/05/2020 11:19