Kerala, avvocato cristiano: Nel caso dei marò seguiamo solo la legge. Siamo un Paese democratico
Kochi (AsiaNews) - "Non c'è stallo giuridico. Quanto sta accadendo rientra nelle consuete procedure previste dal Codice penale indiano. L'India è un Paese democratico con un buon sistema giudiziario". È il commento ad AsiaNews di Vincent Panikulangara, avvocato cristiano dell'Alta corte del Kerala, sui nuovi rinvii nel caso dei marò italiani, accusati dell'uccisione di due pescatori indiani il 15 febbraio scorso. Questa mattina, l'Alta corte del Kerala ha esteso di altri 14 giorni la custodia giudiziaria per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Sempre oggi, la corte di Kochi ha rinviato a data da destinarsi l'udienza per stabilire la giurisdizione del caso. Nessuna notizia invece dei risultati della perizia balistica, condotta da esperti indiani e italiani ormai più di un mese fa.
Secondo SM Krishna, ministro indiano degli Esteri, il prolungamento di custodia giudiziaria è "una decisione giusta. L'arresto dei due marò non intaccherà le relazioni diplomatiche con l'Italia". Oggi Krishna è stato a colloquio con il capo del governo (chief minister) del Kerala Oomen Chandy, che ieri ha rilasciato alcune dichiarazioni giudicate "preoccupanti" dalle autorità italiane. Il capo del governo ha infatti ribadito che "il crimine è avvenuto in acque territoriali, e quindi i militari italiani devono essere giudicati secondo la legge indiana".
Panikulangara è avvocato della Corte suprema dell'India e non si occupa del caso dei due pescatori indiani. Nel 1973 ha vissuto in Italia per qualche tempo. Sui continui rinvii aggiunge: "Il procedimento penale avviato dallo Stato del Kerala viene portato avanti dai tribunali preposti. I rinvii sono decisi dalla singola corte, non sono connessi gli uni con gli altri. È naturale, che ci voglia del tempo: la questione della giurisdizione, come il rilascio della petroliera, sono stati presentati all'Alta corte su richiesta dei familiari più vicini delle vittime e dal proprietario del peschereccio".
Secondo l'avvocato, alcune richieste delle autorità italiane risultano incomprensibili, come quella di una sistemazione privilegiata. "I due militari - sottolinea - sono accusati di omicidio, provengono da un Paese diverso: come potrebbero essere rilasciati su cauzione? C'è forse qualche luogo sul pianeta Terra dove gli accusati in un omicidio possono godere di certi privilegi? Noi amiamo il popolo italiano. Ma la sensazione che si ha qui, è che le autorità italiane stiano dando questa grande attenzione al caso più per ragioni politiche, che per difendere i diritti legali dei due accusati". (GM)