Kerala, arrestato pastore evangelico Usa. Partecipava a un festival di preghiera
di Nirmala Carvalho
William Lee ha violato le norme del visto turistico, che vietano di partecipare a eventi religiosi. Rischia l’espulsione. Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic): “La polizia ha agito per compiacere le forze ultranazionaliste indù nel Paese. Solo i cristiani subiscono un simile trattamento”.
Mumbai (AsiaNews) – “La polizia morale, la violenza etnica e l’arresto selettivo dei cristiani evangelici testimoniano con chiarezza il fallimento delle istituzioni secolari in India”. Lo afferma ad AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), in merito all’arresto del pastore evangelico americano William Lee, colpevole di aver partecipato a un evento religioso, violando così le norme del visto turistico. Dopo una caccia all’uomo durata 48 ore, la polizia del Kerala ha prelevato Lee nel suo albergo, la notte del 14 ottobre scorso.
William Lee era in India con un visto turistico per partecipare al Musical Splash 2011, un festival musicale di preghiera tenutosi nello stadio internazionale di Jawaharlal a Kaloor (Kochi). L’evangelico rischia l’espulsione, ma per il suo avvocato egli non ha violato alcuna legge indiana.
“Da sempre – afferma Sajan K George – centinaia di turisti in India partecipano a vari eventi religiosi e pubblici. Nessuno di loro è mai stato toccato e possono andare dove vogliono, senza alcuna restrizione. Lee aveva solo partecipato a un festival musicale organizzato dalla Faith Leaders Church of Lord, di Tiruvalla”.
Secondo il presidente del Gcic, diverse fonti “indicano che la polizia ha dato la caccia a Lee come se fosse un terrorista, per compiacere le forze ultranazionaliste del Paese”.
“Chi entra con visto turistico – spiega Sajan George – ha il divieto di condurre qualunque pratica religiosa. Ma, allora, queste norme si applicano solo alle preghiere cristiane? I Baha’i e altre forme di religiosità pubbliche sono esenti dall’applicazione di tale normativa?”.
William Lee era in India con un visto turistico per partecipare al Musical Splash 2011, un festival musicale di preghiera tenutosi nello stadio internazionale di Jawaharlal a Kaloor (Kochi). L’evangelico rischia l’espulsione, ma per il suo avvocato egli non ha violato alcuna legge indiana.
“Da sempre – afferma Sajan K George – centinaia di turisti in India partecipano a vari eventi religiosi e pubblici. Nessuno di loro è mai stato toccato e possono andare dove vogliono, senza alcuna restrizione. Lee aveva solo partecipato a un festival musicale organizzato dalla Faith Leaders Church of Lord, di Tiruvalla”.
Secondo il presidente del Gcic, diverse fonti “indicano che la polizia ha dato la caccia a Lee come se fosse un terrorista, per compiacere le forze ultranazionaliste del Paese”.
“Chi entra con visto turistico – spiega Sajan George – ha il divieto di condurre qualunque pratica religiosa. Ma, allora, queste norme si applicano solo alle preghiere cristiane? I Baha’i e altre forme di religiosità pubbliche sono esenti dall’applicazione di tale normativa?”.
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