03/10/2012, 00.00
NEPAL
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Kathmandu, guerra aperta fra governo e imprenditori sui prezzi calmierati

di Kalpit Parajuli
L’esecutivo ha fissato di recente una norma che regola il costo massimo al consumo di 15 beni di prima necessità. Fra questi vi sono riso, zucchero e cereali alimentari. L’obiettivo è combattere la speculazione. Per le imprese è una norma liberticida che affossa il mercato. Per Camera di commercio e industria è un “veleno” che uccide l’economia.

Kathmandu (AsiaNews) - E' guerra aperta fra la comunità imprenditoriale e il governo, dopo la decisione presa nei giorni scorsi dall'esecutivo di fissare un prezzo calmierato per 15 beni di prima necessità fra cui riso, olio di cottura, zucchero, sale e cereali alimentari. Con la legge che regola il Prezzo massimo al consumo (Mrp), Kathmandu ha abbassato di un importo variabile fra le 5 e le 15 rupie il costo di alcuni alimenti base. Per la Federazione delle Camere di commercio e dell'industria (Fncci) locale è una norma che intende "mettere sotto controllo" il mercato e finirà per strozzare l'economia e le imprese. Dal governo ribattono che è un provvedimento necessario per evitare speculazioni, soprattutto alla vigilia del festival indù di Dashin in programma fra 15 giorni.

Bhaskarraj Karnikar, vicepresidente Fncci, denuncia "la politica del controllo statale" imposta dall'esecutivo, che rappresenta un "veleno che agisce lentamente" contro "un'economia aperta e liberale". Gli fa eco Bhaskarraj Karnikar, presidente della Piccole e medie imprese, che denuncia: "non possiamo vendere i prodotti al prezzo fissato dal governo, altrimenti saremo in perdita". L'imprenditrice aggiunge: "Se vi sarà una piena applicazione del prezzo massimo al consumo, migliaia di rivenditori saranno costretti a chiudere".

Dalla nascita della moderna Repubblica nepalese, nel maggio 2008, per la prima volta il governo emana un provvedimento che interviene in maniera diretta sul mercato, fissando un tetto ai prezzi dei beni (di prima necessità). Kathmandu precisa che non si tratta di forme di "controllo" del mercato, piuttosto di "regolamentarlo" per il bene dei cittadini.

Rajkishor Yadav, portavoce governativo, spiega che la norma è stata presa dopo che "la comunità degli imprenditori ha creato in via del tutto artificiale una crisi", la quale ha determinato "un'impennata dei prezzi negli articoli di uso quotidiano". Egli ribadisce che non vi è alcuna volontà di controllare il mercato e aggiunge: "nella prima fase abbiamo calmierato il costo di 15 beni di prima necessità, ma il provvedimento verrà esteso a breve ad altri articoli, dopo un'attenta analisi dell'impatto" della norma sull'economia e i cittadini.  

 

 

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