Kathmandu, attacco dei madhesi contro manifestazione governativa: oltre 20 feriti
di Kalpit Parajuli
I membri della numerosa etnia meridionale protestano contro la formazione della prossima Assemblea costituente nepalese, che non rispetta il punto di vista delle minoranze. Il governo chiede un dialogo, i madhesi rispondono con 3 giorni di violenze.
Kathmandu (AsiaNews) – Non si fermano le violente proteste sulla formazione della prossima Assemblea costituente nepalese, accusata dalla popolazione di non rispettare i bisogni ed il punto di vista delle minoranze etniche. Lo scorso 26 gennaio, un gruppo di madhesi (etnia meridionale del Paese) ha attaccato una manifestazione indetta dalla coalizione di governo nella capitale, ferendo in maniera grave almeno 21 esponenti politici.
I madhesi - popolazione di origine indiana che comprende indù, musulmani e cristiani – rappresentano circa il 50 % dei 27 milioni di cittadini nepalesi che abitano le terre pianeggianti meridionali del Paese. Negli ultimi mesi, si sono battuti con forza per ottenere il riconoscimento dei loro diritti politici e per porre fine ai 238 anni di egemonia politica e sociale della casta indù che abita le terre alte, chiamata pahadi. Molti leader del gruppo maoista appartengono a questa seconda casta.
Lo scontro non si è limitato all’attacco dei manifestanti. Secondo la polizia, i madhesi hanno piazzato cariche esplosive per tutta Kathmandu: 3 di queste sono esplose, fortunatamente senza uccidere nessuno. Prima dell’attacco, i membri dell’etnia avevano invitato la popolazione a non partecipare alla manifestazione.
Il governo ad interim, composto dai membri dei 7 Partiti che formano “L’alleanza per un nuovo Nepal”, hanno chiesto alla polizia di agire “con ogni mezzo” per prevenire altri attacchi, e si sono rivolti direttamente ai leader madhesi: “Fermate le violenze e sedetevi ad un tavolo con noi, per raggiungere un accordo”. In risposta, un portavoce dell’etnia ha dichiarato altri 3 giorni di violenze.
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