Kathmandu, alto il rischio di attentati contro i cristiani
Narayan Sharma, vescovo della chiesa protestante afferma che “nel Paese non c’è sicurezza e i nostri pastori subiscono di continuo minacce e violenze. Molti fedeli non vogliono venire a messa per paura di assalti e attentati e rimangono chiusi in casa”.
Più cauto p. Robin Rai della cattedrale cattolica dell’Assunzione a Kathmandu. Il sacerdote ammette un problema di sicurezza, ma sottolinea che finora tra i cattolici non si respira un clima di paura. Tuttavia, p. Rai afferma che se la situazione non verrà risolta la gente comincerà ad avere paura e pregheranno a casa anziché in chiesa. “Il governo – sottolinea – sa quali rischi corrono i cattolici e la nostra sicurezza è una sua responsabilità”.
Di recente la polizia ha sventato una serie di attacchi del Nepal Defence Army (Nda), gruppo estremista indù, contro chiese cristiane ed edifici pubblici. La mente era Ram Prasad Mainali ex leader dell’Nda, arrestato nel 2009 e responsabile di diversi attentati tra cui quello contro la cattedrale dell’Assunzione di Lalitpur (Kathmandu). Questi gestiva dal cercere l’intera rete criminale ed estorceva denaro a uomini d’affari e politici cristiani e indù con la minaccia di attentati sanguinari contro chiese ed edifici pubblici. A tutt’oggi le indagini sono ferme e secondo fonti locali vi sono altri membri del gruppo che stanno portando avanti le operazioni per futuri attacchi. Kush Kumar Joshi, manager indù afferma: “Io ho paura alle celebrazioni affollate. Ogni volta che esco non so se ritornerò a casa vivo”. Joshi sottolinea che questa situazione sta uccidendo l’economia nepalese. “Noi uomini d’affari subiamo continue minacce e non riusciamo a lavorare, il governo dovrebbe proteggerci”
A tutt’oggi la carica di Ministro degli interni è coperta dal nuovo primo ministro Khanal, leader del Partito comunista nepalese, che si è assunto la responsabilità dell’incarico per non cedere il ministero ai maoisti. Khanal è stato eletto lo scorso 4 febbraio proprio grazie all’appoggio del partito degli ex guerriglieri, che per otto mesi hanno boicottato la nomina di un Premier. Ma come prezzo per il sostegno, i maoisti vogliono il ministero degli Esteri e quello degli Interni, lasciando le forze di polizia senza fondi e coordinamento.