Kathmandu, al via una commissione speciale per dare un cimitero ai cristiani
Kathmandu (AsiaNews) - Il nuovo governo del Nepal dà il via a una commissione speciale per dare un cimitero alle minoranze cristiane e Kirati. La notizia giunge dopo il giuramento avvenuto lo scorso 16 marzo della nuova leadership nepalese guidata da Khilaraj Regmi, presidente della Corte suprema, che ha sostituito l'ex premier maoista Baburan Bhattarai.
La diatriba sulle sepolture della minoranza cristiana e dei tribali Kirati è in corso da decenni. La maggioranza indù cremando per tradizione i suoi defunti non comprende la necessità delle minoranze che inumano i cadaveri, e ostacola tale usanza. Fino ad ora cristiani e tribali comprano a loro spese terreni che spesso vengono profanati o sequestrati. Gli spazi sono a volte insufficienti. In una tomba di pochi metri possono esservi sepolti anche 10 defunti.
Composta da 16 delegati la commissione sarà gestita da Binod Pahadi, ex membro dell'Assemblea costituente. Alla taskforce parteciperà anche C.B. Gahatraj, segretario generale della Federazione nazionale dei cristiani nepalesi. Il gruppo ha già ispezionato i possibili luoghi idonei alla costruzione di cimiteri in ognuno dei 75 distretti del Paese. L'assegnazione degli spazi verrà effettuata entro il prossimo 15 luglio. "Siamo molto fiduciosi - afferma Gahatraj - le passate amministrazioni, maoiste e comuniste, hanno sempre tentato di usare le minoranze per i loro interessi politici. Il nuovo governo è formato soprattutto da tecnici, non ha secondi fini ed è attento ai problemi del Paese".
Il problema degli spazi è ancora più evidente a Kathmandu, complice la grande speculazione edilizia degli ultimi anni, che ha limitato la disponibilità di terreni liberi e ridotto le aree un tempo destinate ai cimiteri per cristiani e altre minoranze. Per risolvere il problema, nel 2009 le autorità hanno concesso ai cristiani la foresta di Shleshmantak vicino al tempio indù di Pashupatinath. La decisione ha scatenato le proteste degli indù anche in altre regioni del Paese e costretto il governo locale a vietare l'utilizzo della zona. Per ordine della Corte suprema il divieto è stato tolto nel 2011. Tuttavia, polizia e autorità del tempio continuano a impedire le sepolture, anche con metodi violenti. Dal febbraio 2011, cristiani, musulmani e Kirati, organizzano periodicamente manifestazioni di protesta contro l'atteggiamento repressivo del governo locale, che con l'unico scopo di rimandare il problema, ha continuato in questi anni a firmare patti e accordi di intesa senza di fatto applicarli.