Karnataka: tre cristiani arrestati con false accuse di conversioni forzate
“Lo Stato deve garantire la sicurezza della minoranza cristiana, vulnerabile per le intimidazioni continue e le violenze ingiustificate, in nome della religione, dei gruppi di estrema destra”, afferma Sajan George. La comunità cristiana in Karnataka è sempre più nel mirino dei radicali indù dal maggio 2008, quando il Bjp (Bharatiya Janatha Party, partito ultranazionalista indù) è salito al potere. Mentre i cristiani vengono presi in custodia in maniera sistematica, interrogati e accusati di vari crimini dai radicali indù, i loro aggressori circolano a piede libero. “La giustizia non persegue mai chi commette un crimine – ribadisce il presidente del Gcic – solo i cristiani innocenti subiscono umiliazioni e arresti”.
Come ogni anno, Henry Baptist Reuben, cattolico, aveva organizzato una giornata di assistenza ai lebbrosi nella sua casa, in cui distribuisce vestiti, cibo e altre suppellettili. Nel primo pomeriggio, un locale indù ha fatto irruzione con altri 20 attivisti nell’abitazione, accusando Reuben e la sua famiglia di conversioni forzate. Impedendo al cattolico di spiegare la situazione, gli indù hanno chiamato la stazione di polizia di Hennur. L’ispettore Hanumantharayappa è arrivato subito, portando via Reuben e due lebbrosi in base alla sezione 295-A del codice penale, per “ferimento di sentimenti religiosi”.
Sajan K George critica l’operato delle forze dell’ordine: “La polizia ha ignorato persino le grida dei malati lì presenti, che hanno cercato di spiegare in tutti i modi che si trattava di un’attività regolare e annuale nella quale loro ricevevano aiuti, e non c’era alcun tentativo di costringerli a convertirsi”.