31/08/2010, 00.00
INDIA
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Karnataka, oltre 6mila cristiani impegnati nella rieducazione dei carcerati

di Santosh Digal
L’organizzazione Prison Ministry India è nata 25 anni fa da due seminaristi e ha 30 centri in tutto il Paese. Si occupa di oltre 300mila detenuti e delle loro famiglie. Un volontario: “Aiutiamo i carcerati a fare esperienza dell’amore di Dio”.

Bangalore (AsiaNews) – Più di 6mila cristiani di ogni parte dell’India si occupano della rieducazione di oltre 300mila carcerati. I volontari fanno parte di Prison Ministry India (Pmi), organizzazione nata 25 anni fa a Bangalore, nel Karnataka, da due seminaristi, Francis Kodiyan e Varghese Karippery.

“Aiutiamo i fratelli che si trovano in prigione - afferma mons. Peter Remigius, capo del Pmi -, non tutti sono davvero criminali. Molti sono accusati in modo ingiusto. Il 70% dei prigionieri in India è sotto processo e la maggior parte di questi è rimasta in cella a lungo senza essere giudicata da una corte. Una delle cose più tristi, poi, è che il 65% dei detenuti è composto da ragazzi”.

I volontari, divisi in 30 centri di riabilitazione in diversi Stati dell’India, non solo visitano i prigionieri e organizzazione un programma di rieducazione, ma si prendono cura delle famiglie e dei figli dei carcerati. “Siamo felici di vedere i nostri volontari - afferma p. Josekutty Kalayil, coordinatore nazionale del Pmi - che si prendono cura degli ultimi della società”.

Le prigioni in India sono spesso scenario di violenze e brutalità. Nella maggior parte dei casi non avviene alcuna rieducazione. La recidiva è molto elevata, soprattutto a causa della crescita della circolazione di droga in carcere.

Secondo Joshy Eapan, volontario del Pmi, “la detenzione dovrebbe essere un periodo di trasformazione nella vita di un prigioniero. Noi volontari cerchiamo di aiutare i carcerati a fare esperienza dell’amore e della misericordia di Dio. In questo modo, possono riscoprire la dignità dell’uomo e migliorare se stessi”.

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