Karnataka, manifesti indù incitano al massacro dei cristiani
di Nirmala Carvalho
Un volantino, distribuito in migliaia di copie, elenca i “crimini” dei cristiani: amore per il prossimo, educazione dei giovani, rifiuto del sistema delle caste. Nel testo, firmato da gruppi nazionalisti indù, si minaccia la morte per coloro che rimangono nello Stato senza convertirsi all’induismo.
Bangalore (AsiaNews) – I cristiani dello Stato meridionale del Karnataka “devono abbandonare immediatamente il territorio indiano, oppure tornare alla religione madre dell’induismo”. Se non lo faranno, “dovranno essere uccisi da tutti i bravi indiani, che in questo modo dimostreranno la loro virilità ed il loro amore per la Patria”.
Queste minacce sono contenute in un volantino distribuito ieri a migliaia di copie nel distretto di Chitradurga. Scritto nel dialetto locale, il kanada, il foglio elenca “i crimini dei cristiani: trattare tutti allo stesso modo, educare gli orfani con lo scopo di convertirli, organizzare sanitari per chi non se lo può permettere ed ignorare il sistema delle caste, consentendo liberi matrimoni e scambi commerciali anche fra chi non si dovrebbe neanche frequentare”.
Il testo è firmato dal Bajrang Dal e dall’Hindu Jagrutika Samiti, gruppi di estremisti nazionalisti indù che da tempo si scagliano contro l’attività sociale dei cristiani del Karnataka. Sajan K. George, presidente del Consiglio dei cristiani indiani, denuncia ad AsiaNews: “La circolazione di questi volantini è endemica, ma questo è solo l’ultimo atto di una campagna anti-cristiana da tempo in corso nello Stato”.
Infatti, continua l’attivista, “sono oramai mesi che, in piena libertà, i nazionalisti attaccano gli incontri di preghiera, picchiano selvaggiamente i pastori cristiani e bruciano i nostri libri sacri. Certo, quest’ultimo atto fa ancora più paura, perché invita ad ucciderci”.
Proprio per questo, conclude, “tutti i nostri fratelli indiani, i media ed il governo devono intervenire: la nostra comunità ha paura, e gli estremisti sono capaci di tutto. Deve terminare al più presto questa battaglia odiosa, scatenata dalla politica con il falso pretesto della religione”.
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