Karnataka, concluso il rituale che costringe i dalit a rotolarsi sugli avanzi dei brahmini
Praticato per scongiurare malattie della pelle, il “made snasa” ha più di 400 anni. Inutili le proteste di attivisti per abolire il rituale, da molti giudicato disumano e un modo per alimentare le discriminazioni di casta.
Subrahmanya (AsiaNews) – Tra molte polemiche, nel tempio Kukke Subrahmanya di Mangalore (Karnataka) si è concluso il “made snana” , il rituale indù nel quale i dalit devono rotolarsi su foglie di banano stese per terra, usate dai brahmini per i loro pasti. Ogni anno per tre giorni, oltre 3.500 devoti partecipano alla controversa pratica, da molti giudicata umiliante e un modo per alimentare le discriminazioni di casta contro i dalit.
All’inizio del rituale, lo scorso 28 novembre, K.S. Shivaramu, presidente del Karnataka State Hindulida Vargagala Jagrutha Vedike, insieme ad attivisti per i diritti dei dalit avevano chiesto al governo dello Stato l’abolizione di questa pratica, definendola “disumana” e “non scientifica”. Inoltre, Shivaramu aveva aggiunto che il continuare un simile rituale “in nome della tradizione e della religione è solo un modo per alimentare certe superstizioni”. In risposta, alcuni devoti hanno aggredito i contestatori del made snasa. La polizia ha evitato che le violenze degenerassero, ma il rituale è proseguito indisturbato.
Il “made snana” è un harake (un’offerta a Dio in cambio della concessione di un desiderio), praticato per scongiurare le malattie della pelle. Questa particolare forma di harake si svolge ogni anno durante la festa di Champa Shashti e prevede che i dalit si rotolino su foglie di banano contenenti avanzi del cibo consumato dai brahmini poco prima. Chi pratica il made snana deve consumare pasti frugali per una settimana. Dopo aver servito il pranzo ai brahmini, un sacerdote del tempio spruzza acqua santa sulle foglie e rompe una noce di cocco come offerta alla divinità. Un altro sacerdote del tempio annuncia l’inizio del rituale suonando un campanello.
Il rituale ha più di 400 anni. Secondo la leggenda Samba, il figlio di Krishna, durante il Dwapura Yuga (secondo l’induismo, la terza delle quattro ere di evoluzione della vita, ndr) aveva sconfitto la lebbra rotolandosi su foglie di banano, su cui i suoi devoti avevano consumato del cibo. Nel 1979 il “made snana” era stato abolito, ma è stato presto reintrodotto a causa delle proteste dei devoti. (NC)
All’inizio del rituale, lo scorso 28 novembre, K.S. Shivaramu, presidente del Karnataka State Hindulida Vargagala Jagrutha Vedike, insieme ad attivisti per i diritti dei dalit avevano chiesto al governo dello Stato l’abolizione di questa pratica, definendola “disumana” e “non scientifica”. Inoltre, Shivaramu aveva aggiunto che il continuare un simile rituale “in nome della tradizione e della religione è solo un modo per alimentare certe superstizioni”. In risposta, alcuni devoti hanno aggredito i contestatori del made snasa. La polizia ha evitato che le violenze degenerassero, ma il rituale è proseguito indisturbato.
Il “made snana” è un harake (un’offerta a Dio in cambio della concessione di un desiderio), praticato per scongiurare le malattie della pelle. Questa particolare forma di harake si svolge ogni anno durante la festa di Champa Shashti e prevede che i dalit si rotolino su foglie di banano contenenti avanzi del cibo consumato dai brahmini poco prima. Chi pratica il made snana deve consumare pasti frugali per una settimana. Dopo aver servito il pranzo ai brahmini, un sacerdote del tempio spruzza acqua santa sulle foglie e rompe una noce di cocco come offerta alla divinità. Un altro sacerdote del tempio annuncia l’inizio del rituale suonando un campanello.
Il rituale ha più di 400 anni. Secondo la leggenda Samba, il figlio di Krishna, durante il Dwapura Yuga (secondo l’induismo, la terza delle quattro ere di evoluzione della vita, ndr) aveva sconfitto la lebbra rotolandosi su foglie di banano, su cui i suoi devoti avevano consumato del cibo. Nel 1979 il “made snana” era stato abolito, ma è stato presto reintrodotto a causa delle proteste dei devoti. (NC)
Vedi anche