Karnataka, aggressioni continue ai cristiani
di Nirmala Carvalho
Un pastore pentecostale è stato accusato di conversioni forzate. Nel distretto di Belgaum, esponenti del Bjp hanno attaccato una scuola religiosa femminile, minacciando di distruggerla, perché aveva rifiutato l’iscrizione di due ragazze indù.
New Delhi (AsiaNews) – In Karnataka non si fermano gli attacchi contro i cristiani. A Bangalore il 6 luglio scorso il Global Council of Indian Christians (Gcic) ha denunciato l’aggressione al pastore pentecostale Bhaskar John Poojappa, della chiesa Holy Mountain of God, da parte di 20 radicali indù. “I fondamentalisti hanno trascinato il pastore alla stazione di polizia di Rajan Kunte, inventando storie di conversioni forzate”, spiega Sajan K George, presidente del Gcic. Con l’intervento del Gcic, il pastore è stato rilasciato senza dover pagare la cauzione.
Qualche giorno prima invece, il 4 luglio, 50 indù hanno aggredito le suore della scuola religiosa femminile St. Joseph (distretto di Belgaum), insultandole e minacciando di distruggere l’istituto. Un atto “odioso” e “da condannare”, come commenta mons. Bernard Moras, arcivescovo di Bangalore.
Nonostante forti pressioni, la scuola non aveva accettato l’iscrizione di due ragazze, figlie di amici di un esponente locale del Bjp (Bharatiya Janata Party, partito ultranazionalista indù), scatenando così la collera dei radicali indù. L’uomo, Basangouda Sidramani, è arrivato con altre 50 persone, ha forzato l’ingresso e insultato le suore e gli insegnanti, minacciando di distruggere tutto se non avessero ammesso le ragazze. Grazie all’intervento immediato della polizia e di alcuni genitori, chiamati dalla preside suor Thankam, gli assalitori sono scappati prima che la situazione degenerasse.
In India ci sono più di 20mila istituti scolastici cattolici, di cui il 66% in zone rurali, frequentati da oltre 6milioni di studenti. Ma solo il 23% è cattolico: il restante sono ragazzi e ragazze di ogni confessione religiosa e casta. Degli studenti poi, il 55% è rappresentato da ragazze, in molti casi destinate a non raggiungere nemmeno l’educazione elementare.
Mons. Moras, che conosce bene la scuola perché è stato arcivescovo di Belgaum, spiega: “La gente deve sapere che la maggioranza della popolazione è sempre stata il più grande beneficiario dei nostri istituti educativi”. Per l’arcivescovo, anche presidente della Conferenza episcopale del Karnataka (Krcbc), la gravità dell’episodio “è doppia: anzitutto, per l’aggressione a una scuola che non ha mai fatto discriminazione di casta o credo; poi, perché hanno assalito suore, donne e ragazze, di certo più deboli di loro”.
Qualche giorno prima invece, il 4 luglio, 50 indù hanno aggredito le suore della scuola religiosa femminile St. Joseph (distretto di Belgaum), insultandole e minacciando di distruggere l’istituto. Un atto “odioso” e “da condannare”, come commenta mons. Bernard Moras, arcivescovo di Bangalore.
Nonostante forti pressioni, la scuola non aveva accettato l’iscrizione di due ragazze, figlie di amici di un esponente locale del Bjp (Bharatiya Janata Party, partito ultranazionalista indù), scatenando così la collera dei radicali indù. L’uomo, Basangouda Sidramani, è arrivato con altre 50 persone, ha forzato l’ingresso e insultato le suore e gli insegnanti, minacciando di distruggere tutto se non avessero ammesso le ragazze. Grazie all’intervento immediato della polizia e di alcuni genitori, chiamati dalla preside suor Thankam, gli assalitori sono scappati prima che la situazione degenerasse.
In India ci sono più di 20mila istituti scolastici cattolici, di cui il 66% in zone rurali, frequentati da oltre 6milioni di studenti. Ma solo il 23% è cattolico: il restante sono ragazzi e ragazze di ogni confessione religiosa e casta. Degli studenti poi, il 55% è rappresentato da ragazze, in molti casi destinate a non raggiungere nemmeno l’educazione elementare.
Mons. Moras, che conosce bene la scuola perché è stato arcivescovo di Belgaum, spiega: “La gente deve sapere che la maggioranza della popolazione è sempre stata il più grande beneficiario dei nostri istituti educativi”. Per l’arcivescovo, anche presidente della Conferenza episcopale del Karnataka (Krcbc), la gravità dell’episodio “è doppia: anzitutto, per l’aggressione a una scuola che non ha mai fatto discriminazione di casta o credo; poi, perché hanno assalito suore, donne e ragazze, di certo più deboli di loro”.
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