Kalinga: terra di guerre tribali e di fragile pace
Manila (AsiaNews) Padre Luis Katutubo (il nome è inventato per ragioni di sicurezza, ndr) con l'aiuto della polizia, ha di recente guidato un'irruzione in un bar usato come copertura per lo sfruttamento della prostituzione. La retata ha avuto successo e si è conclusa con l'arresto del proprietario del locale, un membro della tribù Tulgao. In passato padre Luis ha guidato un altro raid contro un famigerato ladro della tribù Tinglayan, alla quale appartiene lo stesso padre Katutubo. Quali potrebbero essere le conseguenze per gli "sgarri" commessi da padre Katutubo nei confronti dei due uomini?
Per rispondere a questa domanda bisogna comprendere la cultura locale. I crimini che hanno luogo a Manila o in altre zone delle Filippine, vengono giudicati dalla corte e dai tribunali; nella provincia di Kalinga, dove la cultura tribale è ancora dominante, i crimini e le offese creano una catena di vendette. Kalinga si trova nell'isola di Luzon, a nord-est della città di Baguio.
La chiesa locale è impegnata nell'estirpare le faide, ma in questa zona la guerra fra tribù è una costante. La vendetta, per la cultura Kalinga, è una condizione necessaria per portare la pace nella famiglia della vittima. E' una cultura radicata in profondità ed è difficile da eliminare.
Di solito una guerra si combatte fra tribù confinanti fra loro. La sete di vendetta per la morte o l'assassinio di una persona, voluto o no, non è dimenticata con facilità dalla comunità tribale. E la sete di "giustizia" non si abbatte solo su chi ha commesso il crimine, ma si estende a tutti i membri appartenenti alla sua comunità. Non ci sono confini territoriali: La vendetta può anche colpire un innocente studente che abita a Manila, solo perché è membro della tribù che ha recato l'offesa. E la violenza genera nuova violenza.
La catena può risalire a generazioni che vanno all'indietro nel tempo; l'offesa viene tramandata di padre in figlio. Le motivazioni possono anche essere futili, come l'uccisione di un pollo da parte di un vicino, ma tutte finiscono per assumere dimensioni sproporzionate.
Tribù in guerra hanno siglato un "bodong" (patto di pace, ndr) per placare le vittime e loro famiglie. Si registrano più di 600 "bodongs" a Kalinga, e per ognuno di questi ciascuna tribù ha predisposto il proprio codice. Ce ne sono così tanti e differenti fra loro, che una comunità tribale può arrivare ad avere 17 tipi diversi di trattati di pace, ciascuno inerente a una specifica tribù. E questa serie di regole è valida solo fra le due parti in lotta.
E dunque quali potrebbero essere le conseguenze per gli "sgarri" commessi da padre Katutubo nei confronti dei due uomini arrestati? Nel primo caso l'uomo, rilasciato dalla polizia dopo una serie di pressioni a livello politico, potrebbe vendicarsi pur appartenendo alla stessa tribù del prete. Ma al tempo del crimine la comunità stessa ha testimoniato contro di lui.
Nel caso di prostituzione, la cultura della vendetta potrebbe emergere in modo più esplicito: l'uomo appartiene ad un'altra tribù e "l'offesa" può diventare il pretesto per colpire la tribù rivale.
Un prete o un religioso (uomo o donna che sia) non è immune dall'essere immischiato o dal causare una guerra tribale. Dipende poi dalle reazioni degli uomini della comunità e dalle loro decisioni, il fatto che si scateni il circolo vizioso di una guerra senza fine.
Alla cosiddetta "società civile" questa cultura della violenza risulta incomprensibile. Ma essa è sopravvissuta e praticato a kalinga; e la polizia continua a chiudere un occhio verso i crimini. La chiesa locale, nonostante i ripetuti sforzi, non riesce a evitare il ripetersi di questi gesti. E pensare che il 65% della popolazione di Kalinga (circa 271 mila individui) è di fede cattolica.