Kabul, è lotta contro alcol e prostituzione, vizi "importati dall'Occidente"
Nella capitale, dove forte è la presenza straniera, le autorità stringono la morsa: raid in ristoranti e locali, arrestate 100 donne cinesi. Intanto la proposta di ristabilire la polizia religiosa accende un vivace dibattito nella classe politica.
Kabul (AsiaNews) Il governo afghano di Hamid Karzai sembra ben intenzionato a reprimere i cosiddetti "vizi importati dall'Occidente", come alcolismo e prostituzione. Dopo la proposta di ristabilire la polizia religiosa, di talebana memoria, le autorità stanno intensificando i raid contro ristoranti e negozi, sospettati di vendere alcool agli abitanti di Kabul. Dozzine di locali sono stati perquisiti e migliaia di bottiglie distrutte. Dopo le incursioni della polizia, criticate da alcuni funzionari Onu e diplomatici stranieri, numerose attività hanno scelto di chiudere per paura o registrano un forte calo della clientela di ogni nazionalità. Nel mirino anche la prostituzione: i media locali parlano dell'arresto di 100 donne cinesi, ritenute colpevoli di prostituzione; sette di loro sono state già espulse all'inizio di agosto. "Siamo tutti spaventati dice Hashmat, che dirige un ristorante italiano non è giusto, non è più il tempo dei talebani, ma della democrazia".
Secondo gli analisti, l'iniziativa del governo centrale è in buona parte motivata dalle pressioni interne esercitate dai religiosi islamici e dalla propaganda talebana, che accusano il nuovo governo di volere un Paese nonislamico e filo occidentale.
Intanto attende di essere discussa in Parlamento la proposta di ristabilire la polizia religiosa, il famigerato Dipartimento per la prevenzione del vizio e la promozione della virtù. L'idea ha già suscitato sdegno e preoccupazione a livello internazionale ed ha acceso un vivace dibattito all'interno della stessa classe politica e della società civile afghana.
Le opinioni sono diverse. La deputata Shukaria Barakazi ammette: "È molto difficile per la gente di qui parlare contro il Dipartimento del vizio e della virtù, ma io lo vedo solo come un passo verso il ritorno degli estremisti". "Se vogliono fare qualcosa contro la corruzione, o la violenza domestica, bene - conclude - ma non ho bisogno di qualcuno che decida se sono una buono musulmana o no. Io voterò contro". Mir Ahmad Joyenda, parlamentare a Kabul, ricorda che "l'Afghanistan è un Paese islamico, la nostra Costituzione è islamica, non si possono fare leggi che vadano contro l'Islam. Quindi non c'è bisogno del Dipartimento".
Il conservatore Qari Rahmatullah, invece, ritiene che sia dovere di ogni Stato islamico possedere un organo del genere, che "indirizzi la popolazione al bene e la distolga dal male". Allo stesso tempo, però, il deputato auspica che il Dipartimento non utilizzi gi stessi "brutali mezzi" del regime talebano. But Zabihullah, 25 anni venditore di telefonia mobile, è favorevole al Dipartimento: "Bevo alcool e se ai negozi verrà impedito di venderlo, finalmente potrò smettere".
10/09/2021 08:55