Jolo, ferme le trattative per la liberazione di Vagni
di Santosh Digal
Il comitato di gestione della crisi dice di aver perso i contatti con i sequestratori. Per la liberazione del volontario della Croce rossa internazionale in campo anche leader religiosi musulmani. Per il governo l’italiano si troverebbe in una capanna della foresta di Indanan.
Manila (AsiaNews) – Le trattative per la liberazione di Eugenio Vagni sono in una fase di stallo. Le truppe governative danno la caccia ai piccoli gruppi di Abu Sayyaf, per impedire che formino di nuovo un fronte unito; il comitato di gestione della crisi comunica di aver “perso i contatti” con i rapitori, ma ritiene che il volontario rapito si trovi ancora “nella zona in cui è stato liberato lo svizzero Andreas Notter”.
Il Ministero filippino degli interni conferma il lavoro di coordinamento con i leader religiosi islamici della zona, per negoziare il rilascio di Vagni. L’uomo, 62 anni, è l’ultimo dei tre operatori della Croce rossa internazionale – sequestrati il 15 gennaio scorso nell’isola meridionale di Jolo – ancora nelle mani dei gruppi estremisti. Ronaldo Puno spiega che le autorità mantengono alta “la pressione sui banditi”, mentre l’esercito continua “le operazioni di accerchiamento” dei rapitori.
Il 18 aprile scorso dopo la liberazione di Andreas Notter – la filippina Mary Jean Lacaba è stata la prima ad essere rilasciata, il 2 aprile – il governo di Manila aveva parlato di “rapida soluzione” per l’ultimo degli ostaggi in mano ai rapitori. In questi ultimi giorni il governo mostra maggiore cautela, senza perdere l’ottimismo: il ministro Puno spiega che “i rapitori del volontario della Croce rossa”, il quale non sarebbe in grado di camminare, potrebbero “essere nascosti in una capanna” nel mezzo della “giungla di Indanan”, nella provincia di Sulu.
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