Jhenaidah, eroe dell’indipendenza ucciso per un debito di 3 euro
di William Gomes
La somma versata da un uomo d’affari per la fabbricazione di una rete da pesca. Mohammed Abdul Khalek aveva problemi economici e non ha potuto evadere l’ordine. Picchiato in modo selvaggio è morto per le ferite riportate. L’assassino è fuggito; la popolazione chiede giustizia.
Dhaka (Asia News) – Ammazzato per un debito di 300 taka (poco più di 3 euro, ndr), contratto con un uomo d’affari locale per la fabbricazione di una rete da pesca. È morto così Mohammed Abdul Khalek, 65 anni, eroe di guerra famoso per aver combattuto per l’indipendenza del Bangladesh.
L’omicidio risale all’11 dicembre scorso ed è avvenuto nel distretto sud-occidentale di Jhenaidah. Khalek, protagonista della lotta che nel 1971 ha portato all’indipendenza del Paese, si guadagnava da vivere costruendo reti da pesca e copricapo per i fedeli musulmani, da usare durante le preghiere.
Dal racconto di Habibur Rahman, figlio della vittima, emerge che circa un mese fa “Nasir Uddin, un uomo d’affari locale”, ha anticipato 300 taka per la fabbricazione di una rete da pesca”. L’uomo, a causa delle condizioni di estrema povertà in cui versa la famiglia, ha usato la somma per piccole spese personali e non ha potuto evadere l’ordine.
“Venerdì 11 dicembre – spiega Habibur Rahman – mio padre stava tornando dalla moschea. Nasir Uddin lo ha fermato per strada e ha preteso la restituzione del denaro”. Khalek ha chiesto “un po’ di tempo in più” per effettuare il pagamento, scatenando “la rabbia dell’uomo” che ha iniziato a “picchiarlo come un cane”.
L’eroe di guerra ha subito ferite molto gravi. Nonostante il ricovero in diversi ospedali, le sue condizioni sono peggiorate. “Venerdì notte alle 10.45 – continua il figlio – il quadro clinico è precipitato”. L’uomo è morto durante il trasporto alla clinica specializzata di Jessore, a Baskhali, nel distretto di Chittagong.
La polizia di Jhenaidah ha aperto un’inchiesta sull’omicidio ed è sulle tracce dell’assassino, che si è dato alla fuga. “Stiamo facendo del nostro meglio – commentano – per rintracciarlo”.
Le esequie di Mohammed Abdul Khalek si sono svolte il 12 dicembre. Egli è stato seppellito con tutti gli onori di Stato. L’intera popolazione locale chiede che l’omicida venga catturato. “È triste – conclude Habibur Rahman – che in un Paese libero le persone vengano uccise come animali. Se fosse morto nel 1971, combattendo per la libertà, non avrei versato una lacrima. Ma morire così, torturato per soli 300 taka…”.
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