Java: eruzione di fango bollente, una "nuova Pompei"
Da 4 mesi presso Porong colano milioni di metri cubi di fango bollente; già sommersi interi villaggi e sfollate 10 mila persone. Geologi avvertono: possibile un'eruzione simile a quella di Pompei.
Jakarta (AsiaNews) Il governo indonesiano dovrà trasferire circa 3mila famiglie dall'rea di Porong (Java orientale), le cui abitazioni sono state inondate da una colata di fango bollente fuoriuscita da un sito di perforazione per la ricerca di gas naturale e dovrà convogliare il fango nel mare per impedire ulteriori distruzioni. Lo ha comunicato ieri il ministro dei Lavori pubblici Djoko Kirmanto. Il presidente Susilo Bambang Yudhoyono ha dichiarato "zona di disastro" l'area di 400 ettari colpita dalla colata. Intanto esperti avvertono sul possibile rischio di un'eruzione vulcanica della portata di quella di Pompei.
Dal 29 maggio scorso fango bollente fuoriesce dalla faglia, creatasi nel pozzo di perforazione della ditta Lapindo Brantas a Porong, reggenza di Sidoarjo, provincia di Java orientale. Il fango proviene da una profondità di circa 6 km ad un ritmo di 50 mila metri cubi al giorno. Ha già inondato 4 villaggi e sommerso almeno 1810 case e 20 fattorie, 18 scuole e 12 moschee e costretto all'evacuazione 10 mila persone. Ad oggi 250 ettari di terreno residenziale e di campi di riso sono ricoperti da 10 milioni di metri cubi di fango, che arriva fino a 5 metri di altezza.
Il ministro Kirmanto ha detto che gli sforzi per bloccare la colata sono continuati finché gli studiosi non hanno concluso che non c'era modo di fermarla e che si poteva solo contenerne il corso e condurla verso il mare, cercando di limitare i danni. Il ministro dell'Ambiente, che inizialmente aveva paventato la possibilità che la colata riversata in mare potesse provocare danni ecologici, alla fine ha rassicurato che il fango non è tossico e che, una volta in mare, non provocherà altri danni. Secondo gruppi ambientalisti il fango conterrebbe, infatti, sostanze velenose.
Le paure della popolazione
Intanto cresce la tensione tra gli abitanti locali: da mesi hanno visto case, lavoro e campi sommersi e ora protestano contro la mancanza di validi interventi. Sono ormai all'ordine del giorno i blocchi stradali sull'arteria da Malang a Surabaya, con file di auto lunghe 4-5 km. Ai margini della strada migliaia di persone hanno eretto tende dove vivere, per sfuggire al fango. Anang Iskandar, capo della polizia a Surabaya, dice che le i suoi uomini "spareranno contro i dimostranti, che vogliono danneggiare proprietà statali".
Intanto i villaggi vicini erigono mura per fermare l'avanzata del fango. In alcune zone di Siring ci sono già 70 cm. di fango: se il muro crollasse verrebbe tutto sommerso.
La Lapindo Brantas è dell'imprenditore Aburizal "Ical" Bakrie, ministro per il Benessere sociale, esponente dello stesso partito del vice presidente Jusuf Kalla con il quale ha fama di avere ottimi rapporti.
La minaccia di un'eruzione
Il 26 settembre Edy Sunardi, presidente dell'Associazione dei geologi indonesiani, durante un dibattito di esperti ha avvertito che entro dicembre un'eruzione di fango bollente potrebbe "spazzare via dalla terra" Porong. Citando studi scientifici, Sunardi spiega che da 4,9 milioni di anni sotto la cittadina dorme un vulcano che a dicembre potrebbe eruttare ricoprendo chilometri di terra, come il Vesuvio fece a Pompei: "Il possibile disastro è vicino. La quantità di fango bollente è oltre l'immaginazione". "La mia opinione di geologo è che possiamo solo riversare il fango nei fiumi e nel mare. Siamo alla fine di settembre e presto inizierà la stagione delle piogge", che possono gonfiare il fango, aumentarne la massa e favorire l'eruzione. (PB)