Java e Bali temono un altro tsunami
Jakarta (AsiaNews) Gli abitanti di Java e Bali temono che un altro tsunami possa abbattersi sulle loro isole; intanto il vice presidente avverte che le vittime del maremoto di domenica potrebbero arrivare a 40 mila.
Gli abitanti di Tasikmalaya e Pangandaran, nella zona turistica di West Java, i pescatori di Nusa Penida a Bali, in previsione di nuovi terremoti e scosse di assestamento, temono di sperimentare un altro maremoto dopo quello che lo scorso 26 dicembre ha ucciso, secondo le ultime stime, più di 60 mila persone in tutta l'Asia meridionale. "La possibilità di un altro tsunami ci preoccupa molto" ha detto Dewa Ketut Sujana, un abitante di Nusa Penida, che ancora ricorda il maremoto del 1992, quando la capitale dell'isola di Flores (est Indonesia) fu distrutta al 90%.
Secondo il vice presidente indonesiano, Jusuf Kalla, il bilancio delle vittime nel paese, per ora intorno alle 30 mila, è destinato a salire con il passare del tempo. "Il numero dei morti potrebbe arrivare a 40 mila ha dichiarato Kalla in quanto molte zone della costa occidentale di Sumatra non sono ancora raggiungibili". Le prime notizie dalla isolata Meulaboh (Sumatra ovest), arrivate via Sms, dicono che solo il 20% della città è ancora "viva".
Il 26 dicembre un terremoto con epicentro nell'oceano Indiano di fronte alla costa ovest di Sumatra, ha provocato uno tsunami le cui onde hanno seminato distruzione in un raggio di 6 mial km, colpendo 9 paesi: Sri Lanka, Indonesia, India, Thailandia, Malaysia, Maldive, Myanmar, Somalia, Bangladesh. (MH)
28/12/2004