22/10/2012, 00.00
INDIA – MYANMAR
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Jammu, polizia ordina l’espulsione dei rifugiati Rohingya

I profughi avrebbero già lasciato le zone intorno alla stazione centrale, l’università e l’auditorium Zoarawar Singh. Resistono le migliaia di musulmani che vivono nelle baraccopoli fuori della città. Sovrintendente della polizia: “Rappresentano una minaccia alla sicurezza interna”. Ma dalle autorità del governo, non sarebbe mai arrivato l’ordine.

Jammu (AsiaNews/Agenzie) - La polizia del Jammu e Kashmir ha ordinato ai profughi Rohingya di abbandonare la città di Jammu, dove hanno trovato rifugio. Citando "ragioni di sicurezza", il vice sovrintendente del Jammu East, S.S. Sambiyal ha dichiarato che tra la minoranza islamica originaria del Myanmar "dei militanti potrebbero spacciarsi per rifugiati" e "rappresentare una minaccia alla sicurezza interna". Per il momento, gli agenti stanno evacuando le aree della stazione centrale, dell'università e dell'auditorium Zoarawar Singh. Intanto, si cerca di capire chi abbia emanato l'ordine di espulsione: da parte delle autorità dello Stato, infatti, non sarebbe giunta alcuna comunicazione.

Le forze dell'ordine hanno tentato di allontanare anche le migliaia di persone che vivono nelle baraccopoli di Kalyani Talab Narwal, all'estrema periferia della città. Tuttavia, qui i Rohingya vivono su un terreno privato, di cui pagano l'affitto in modo regolare. "Vivere qui - racconta Kareem, un rifugiato - ci costa 900 rupie al mese (circa 13 euro)". Nonostante le difficili condizioni, i membri della comunità preferiscono lavorare invece che chiedere l'elemosina: la maggior parte di loro è impiegata come venditori ambulanti o operai giornalieri alla stazione.

In seguito a un caso di stupro e omicidio di una buddista, dal maggio scorso in Myanmar si è riaccesa la tensione tra la comunità islamica Rohingya e le autorità, spesso sfociata in violenti scontri interconfessionali con la popolazione buddista. Originari dello Stato Rakhine, i Rohingya sono al centro di una questione etnico-politica ancora irrisolta: Yangon non li riconosce come etnia, e li reputa immigrati clandestini originari del Bangladesh; Dhaka, però, rifiuta di accoglierli. E ora anche l'India li scaccia.

 

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