01/10/2012, 00.00
INDONESIA
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Jakarta: un musulmano e un cristiano al governatorato. Islamisti all’attacco

di Mathias Hariyadi
Dal 7 ottobre Jokowi e il suo vice Ahok saranno chiamati ad amministrare la capitale. Analisti ed esperti parlano di svolta “storica”. Ma la frangia estremista parte all’attacco e parla di “brutto colpo” e “macchia infamante” per l’intera nazione. Gli islamisti ipotizzano una “immoralità” diffusa che toccherà tutti gli abitanti.

Jakarta (AsiaNews) - Un musulmano moderato e un cristiano di etnia cinese hanno vinto il ballottaggio e guideranno il governatorato di Jakarta. Secondo il comunicato ufficiale della Commissione elettorale la coppia sfidante, Joko Widodo e il suo vice Basuki Tjahaja Purnama, ha infatti sconfitto il leader uscente Fauzi "Foke" Bowo. A partire dal prossimo 7 ottobre, il duo "Jokowi e Ahok" - come vengono soprannominati - sarà chiamato ad amministrare l'area metropolitana della capitale, nella nazione musulmana più popolosa al mondo. Tuttavia, l'ala fondamentalista indonesiana annuncia battaglia contro due personalità politiche che "non sono espressione dell'islam". 

Fra le voci critiche nei confronti della nuova amministrazione, vi è un celebre musicista indonesiano vicino alla frangia estremista. Dalle colonne del settimanale Voice of Islam, Rhoma Irama ha definito il successo a Jakarta di Jokowi e Ahok "un brutto colpo" e una "macchia infamante" per l'intera nazione. Egli aggiunge che la campagna elettorale si è giocata sui temi del nazionalismo e della fede religiosa, dato che il duo uscente che ha guidato sinora il governatorato proviene dalla zona ed è di stretta osservanza musulmana.

L'ampio successo alle urne, continua Rhoma Irama, rappresenta una "catastrofe politica" non solo per gli abitanti di Jakarta, ma per tutti gli indonesiani. A dispetto degli slogan razzisti e incentrati sul fondamentalismo religioso, il musicista ipotizza tre grandi problemi che emergeranno con i nuovi vertici alla guida della capitale: crisi economica e pagina buia della vita sociale; la mancanza di autorevoli leader islamici; una diffusa "immoralità" che toccherà tutti gli abitanti di Jakarta.

Diverso invece il parere di analisti ed esperti di politica indonesiana: commentando la vittoria della coppia Jokowi e Ahok, essi parlano di svolta "storica", che porterà ai vertici amministrativi della capitale dei leader "popolari", di etnia e religione diversa dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Joko Widodo è il governatore uscente di Solo, nello Java centrale, è un musulmano praticante e di orientamento liberale. Il suo vice Basuki Tjahaja Purnawa è un cristiano di etnia cinese, nativo del Sud Sumatra. Tra l'altro una possibile candidatura e vittoria di Widodo alle presidenziali del 2014 (per nulla improbabile) porterebbe alla carica di governatore della capitale l'attuale vice, il cristiano Ahok.

L'intera campagna elettorale per la carica di governatore a Jakarta è stata caratterizzata da attacchi personali contro Basuki Tjahaja Purnama perché discendente di etnia cinese e di religione cristiana (cfr. AsiaNews 27/08/2012 Elezioni a Jakarta. Campagna contro un candidato cinese e cristiano). Articoli e slogan diffamatori hanno rischiato di acuire lo scontro interconfessionale e dare nuovo impulso alle tensioni fra gruppi religiosi.

Già in passato, infatti, la maggioranza musulmana si è scagliata contro la minoranza etnica cinese - di fede cristiana o buddista - come nel maggio del 1998, all'epoca della dittatura di Suharto, quando migliaia di persone sono state attaccate e colpite con violenza inaudita e brutale. Assalti che si sono ripetuti nel tempo e che testimoniano la "fragilità" del tessuto sociale indonesiano.

 

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