Jakarta: grazia presidenziale a 44mila detenuti, compresi gli attivisti per la Papua
I ministri che hanno diffuso la notizia hanno citato il sovraffollamento delle carceri, causato soprattutto dalle severe leggi contro il traffico di stupefacenti. Tra coloro che potrebbero rientrare nel provvedimento, però, ci sono anche prigionieri politici che hanno criticato le azioni del governo indonesiano verso la Papua, che da tempo aspira all'indipendenza. La popolazione locale resta però scettica verso il presidente Prabowo Subianto.
Jakarta (AsiaNews/Agenzie) - Il presidente indonesiano Prabowo Subianto ha intenzione di concedere la grazia a decine di migliaia di detenuti, compresi alcuni attivisti della provincia orientale di Papua (dove sono ancora attivi movimenti indipendentisti) accusati di aver criticato il governo indonesiano. La notizia era stata diffusa la settimana scorsa dal ministro della Giustizia Supratman Andi Agtas: fino a 44mila prigionieri (circa il 30% del totale dei carcerati, secondo il ministro) potrebbero ottenere la grazia presidenziale.
Oggi il ministro dei Diritti umani, Natalius Pigai ha ribadito che “le considerazioni principali per la grazia sono la compassione e l'impegno alla riconciliazione, entrambe priorità fondamentali per il presidente”, ma ha poi aggiunto che il rilascio dei detenuti servirà ad alleviare il sovraffollamento delle carceri indonesiane, causato soprattutto dalle severe leggi per il contrasto al traffico di stupefacenti.
Dopo quasi 20 anni di carcere, ieri sono tornate in Australia cinque persone che nel 2005 avevano tentato di contrabbandare 8,3 kg di eroina dall’isola di Bali. L’Australia iniziò a fare pressioni per il rilascio degli altri membri della banda quando l’Indonesia nel 2015 eseguì la condanna a morte per fucilazione di due capi del gruppo.
Secondo dati di Human Rights Watch risalenti al 2020, le 464 carceri indonesiane ospitano 270mila detenuti, nonostante una capacità di poco superiore a 130mila. Più della metà della popolazione carceraria si trova in detenzione per reati legati al traffico di droga.
Per la grazia presidenziale verranno presi in considerazione detenuti con disturbi mentali o malattie croniche come l’HIV, coloro che soffrono di tossicodipendenza, minori, anziani e anche prigionieri politici condannati ai sensi della controversa legge sulle informazioni e le transazioni elettroniche, ha spiegato il ministro Natalius Pigai.
Tra coloro che potrebbero ricevere la grazia ci sono quindi anche 18 persone incarcerate per aver criticato le autorità o aver organizzato manifestazioni di protesta contro il governo indonesiano. Per Jakarta si tratta di uno “sforzo di riconciliazione con i nostri amici in Papua. Il governo ha intenzione di rendere la Papua più pacifica”, aveva commentato nei giorni scorsi il ministro della Giustizia Supratman Andi Agtas.
La provincia di Papua (che a ovest confina con la Papua Nuova Guinea) venne annessa dall’Indonesia nel 1969 in seguito a un referendum fortemente contestato dalla popolazione locale. Lo stesso Prabowo Subianto, che prestò servizio nelle forze speciali indonesiane, chiamate Kopassus, condusse in Papua (e in Timor Est) operazioni militari e rappresaglie per stroncare i movimenti indipendentisti, venendo accusato di violazioni dei diritti umani. Ancora oggi, nonostante l’Indonesia neghi l’accesso alla provincia ai funzionari delle Nazioni unite, gli attivisti per i diritti umani contano 79mila papuani sfollati a causa di decenni di conflitto.
Nonostante la possibilità che anche agli attivisti papuani venga concessa la grazia, la popolazione indigena è da tempo scettica e preoccupata riguardo le politiche del nuovo governo nei confronti della regione. Dopo l'insediamento di Prabowo (che ad ottobre è succeduto a Joko Widodo) il governo aveva annunciato la ripresa del programma di trasmigrazione: si tratta di una politica, introdotta per la prima volta negli anni ‘60 dal presidente Suharto, che incentiva lo spostamento di persone da regioni densamente popolate ad aree sottosviluppate, come la Papua, e che secondo la popolazione locale ha aumentato le disuguaglianze tra i nativi e nuovi arrivati. Il programma fu sospeso nel 2001 quando alla regione venne concessa una forma di autonomia, ma secondo i dati ufficiali tra il 1964 e il 1999 si trasferirono in Papua almeno 78mila famiglie indonesiane, oltre 300mila persone su una popolazione indigena di 6,25 milioni.
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