Jakarta blocca 22 siti web di propaganda per lo Stato islamico
Jakarta (AsiaNews) – L’Agenzia Anti-terrore indonesiana (Bnpt) ha chiuso oggi 22 siti internet contenenti materiale islamico-radicale. L’operazione si è svolta in coordinamento con il Ministero della comunicazione e dell’informazione. Tra i siti bloccati, i più popolari sono: www.arahmah.ccom; www.voa.islam.com (la voce dell’islam), www.ghur4ba.blogspot.com, www.panjimas.com, www.thoriquna.com, www.dakwatuna.com, www.kafilahmujahid.com, www.an-najah.net, www.muslimdaily.net, www.hidayatullah.com.
Ismail Cawidu, portavoce del Ministro della comunicazione Rudiantara, ha confermato che l’operazione si è svolta dopo la ferma richiesta della Bnpt di chiudere i siti illegali contenenti “falsi insegnamenti” sull’islam.
Quella di oggi è la prima azione diretta del governo contro il radicalismo islamico online. Da vari anni l’Indonesia assiste sul web ad una vera e propria escalation di materiale integralista islamico.
Durante i due mandati dell’ex-presidente Yudhoyono (2005-2014), le richieste della popolazione – allarmata dalla pericolosa propaganda di questi siti – non sono mai state ascoltate in modo adeguato dall’ex-ministro della comunicazione Tifatul Sembiring. L’ex-ministro – su pressioni dell’ala islamica del Parlamento – ha sempre anteposto la battaglia contro la pornografia online a quella contro il radicalismo religioso. Prima di diventare ministro, Sembring era il leader del Justice Prosperous Party (Pks), partito politico islamico di linea piuttosto radicale.
Durante le ultime settimane, Jakarta ha aumentato le misure contro il radicalismo islamico: le forze di polizia hanno compiuto alcuni raid e diversi militanti legati allo Stato islamico sono stati arrestati.
Il 27 marzo scorso la polizia di East Java ha arrestato tre miliziani di ritorno dalla Siria perché delusi dallo Stato islamico.
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