Jakarta alle Ong ad Aceh: per rimanere, non interferite negli affari interni
Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – Le Ong straniere che vorranno continuare a dare aiuti post tsunami nella provincia indonesiana di Aceh, dovranno impegnarsi a non “interferire negli affari interni del Paese” e a non lavorare negli interessi della guerriglia indipendentista.
Lo ha deciso il governo indonesiano, nel timore che l’influenza di Ong e gruppi di soccorso impegnati nella zona dopo lo tsunami del 26 dicembre 2004 possano aumentare il favore internazionale nei confronti del separatista Free Aceh Movement.
Il ministero del Welfare - incaricato del coordinamento degli aiuti - ha reso noto che questa settimana verrà distribuito tra le organizzazioni straniere un “memorandum di intesa” da firmare. Entro 15 giorni verrà quindi compilata una lista di “Ong adatte” a continuare le loro attività.
Komet Mangiri, consigliere del ministro, ha spiegato che “il memorandum contiene le procedure e le condizioni a cui attenersi, come ad esempio non interferire negli affari interni e non lavorare a favore dei movimento separatista”.
Sezioni dell’elite politica e militare in Indonesia temono che il sostegno di gruppi internazionali e delle Nazioni Unite possa favorire una secessione della regione come già successo nel 1999 con Timor Est.
Jakarta aveva accolto con favore le Ong straniere nei giorni successivi allo tsunami, che ha ucciso quasi 130 mila persone nella sola nord Sumatra. Il mese scorso, però, il governo centrale ha annunciato che potevano rimanere nel territorio solo i gruppi impegnati nella “ricostruzione”. In molti ad Aceh ritengono che per la ripresa della regione dopo il disastro sia indispensabile l’aiuto internazionale.
Dal 1976 i ribelli di Aceh conducono una guerra per l’indipendenza, costata finora la vita a 12 mila persone. Gruppi per i diritti umani accusano l’esercito indonesiano di abusi sulla popolazione civile: esecuzioni sommarie, rapimenti e torture.
18/05/2005