Jakarta, emergenza alluvioni: 20 morti, migliaia di sfollati e miliardi di danni
Jakarta (AsiaNews) - A Jakarta si contano i danni provocati dalle devastanti alluvioni dei giorni scorsi, che hanno causato - secondo le stime aggiornate - un totale di 20 morti. Jusuf Wanandi, capo dell'Associazione degli imprenditori e degli uomini d'affari (Apkindo) della capitale, riferisce che le perdite nel commercio, per ciascuno dei quattro giorni di emergenza, ammontano a 500 miliardi di rupie (poco più di 50 milioni di dollari). Moltissimi i negozi e le attività costrette a chiudere, mentre circa 20mila persone sono rimaste senza casa e hanno trovato rifugio nei centri di accoglienza temporanea. Il presidente Susilo Bambang Yudhoyono ha garantito che l'amministrazione di Central Jakarta stanzierà almeno 2mila miliardi di rupie (oltre 200 milioni di dollari) nei prossimi mesi, nell'opera di prevenzione contro nuove catastrofi naturali.
Il governatorato della capitale indonesiana ha avviato le operazioni di pulizia della città, dopo giorni di emergenza assoluta. La situazione resta ancora critica e i danni maggiori si registrano nel commercio, con intere zone della capitale tuttora paralizzate. La National Disaster Mitigation Agency (Bnpb) comunica che vi sono almeno 8mila abitanti che hanno contratto infezioni o malattie dovute alle epidemie originate dalle inondazioni.
Almeno 41 chilometri quadrati dell'area metropolitana di Jakarta, poco meno del 10% del totale, sono stati sommersi dalle acque; 74 quartieri, per un totale di 31 sotto-distretti e cinque municipalità della capitale sono stati colpiti e sono oltre 97mila le case che hanno riportato danni.
L'emergenza ha interessato anche diverse zone abitate da comunità cattoliche, con i fedeli in prima fila - pur costituendo una piccola minoranza - nelle operazioni di soccorso e aiuto alla popolazione (cfr. AsiaNews 18/01/2013 Jakarta, cattolici in aiuto alle vittime dell'alluvione). Fra le aree che hanno subito le maggiori devastazioni vi è il distretto amministrativo di Pluit, a North Jakarta. Il vice-governatore (cristiano) di Jakarta Basuki Tjahaja Purnama, meglio conosciuto col soprannome di Ahok, ha confermato "i danni ingenti" nell'area causati da un vero e proprio "muro di acqua".
Dopo ore di incertezza, p. Andreas Gunawan della parrocchia di Stella Maris a Pluit ha risposto all'appello dei fedeli, abbandonando la chiesa e trovando rifugio ai piani alti dell'edificio. Fra le chiese affette dal disastro vi è anche la S. Cristoforo a Grogol, West Jakarta, dove "l'acqua ha raggiunto l'altare". In un'altra parrocchia della zona, la Teluk Gong, il sacerdote ha "aperto" le porte dell'edificio per fornire un "riparo temporaneo" agli sfollati. Intanto decine di enti e associazioni cattoliche della capitale continuano le attività di raccolta e consegna di aiuti e generi di prima necessità alle vittime dell'alluvione. "È la fede in Cristo - spiega una donna - che mi spinge a fare del bene agli altri".